Corriere della Sera

Alpinisti maleducati (e ladri) «Il Monte Bianco è infestato»

La crociata del sindaco di Saint-gervais, sul versante francese

-

Dopo gli alpinisti ladri di scarpe che hanno costretto i gendarmi ad andare a recuperare in elicottero al rifugio del Goûter un alpinista rimasto in calzini. Dopo gli alpinisti ladri di ramponi. Dopo l’alpinista polacco, residente in Scozia, che ha scambiato il soccorso di montagna per un servizio di taxi, e pretendeva un elicottero per ritornare a valle. Dopo il dramma sfiorato dall’ascensioni­sta americano Patrick Sweeney, che voleva stabilire un nuovo record del mondo, scalando la vetta con i suoi figli di 9 e 11 anni (e sono tutti scampati di poco a una valanga). Dopo la comitiva di trenta alpinisti dell’est Europa, arrivati senza prenotazio­ne alle dieci di sera sempre al rifugio del Goûter, già al completo, esigendo di essere alloggiati. Dopo gli otto sgangherat­i alpinisti russi che, decisi a proseguire la scalata nonostante l’opposizion­e delle guide locali, si sono avventurat­i da soli, non prima di aver rubato le corde ad altri alpinisti. Dopo la popolare cantante francese Zaz, che ha deciso di tenere un concerto un po’ originale con tutta la sua band (e relativi strumenti) a 4.810 metri di altitudine, il Monte Bianco credeva di averne viste già di tutti i colori.

Invece no. Dopo la maleducazi­one e l’irresponsa­bilità, monta la violenza. Guide alpine malmenate da clienti insoddisfa­tti, risse fra cordate per una precedenza contesa o per l’onta di un sorpasso, spazi privatizza­ti di prepotenza da una ventina di campeggiat­ori: «La situazione è esplosiva — avverte Jeanmarc Peillex, sindaco di Saint-gervais, comune di partenza degli escursioni­sti, sul lato francese —. Il Monte Bianco non è un palcosceni­co, né Disneyland, né un prodotto di consumo che agenzie di viaggio truffaldin­e possono vendere a chiunque. Trentamila escursioni­sti si avventuran­o ogni anno su questo lato della montagna, la stragrande maggioranz­a senza esperienza, senza attrezzatu­ra adeguata, abbandonan­do dietro di loro bottiglie di plastica e rifiuti, come se poi, la sera, di qui passassero i camion della nettezza urbana».

Quindici anni di battaglie, anche contro il prefetto dell’alta Savoia, Pierre Lambert, che al sindaco pare troppo permissivo e riluttante ad applicare la legge, non hanno sfiancato Jean-marc Peillex: «Ogni momento ce n’è una nuova. La settimana scorsa un gruppo di lettoni è stato bloccato a tremila metri dai gendarmi mentre trasportav­a un palo lungo dieci metri da piantare sulla vetta con la bandiera per festeggiar­e i cento anni d’indipenden­za Non graditi Nella foto grande, un gruppo che ha scalato il Monte Bianco con una bandiera della Lettonia alta 10 metri. A destra, l’atleta Kilian Jornet protesta nudo contro le disposizio­ni sull’attrezzatu­ra. Sotto, un gruppo di spagnoli viola il divieto di scalare della Lettonia». E tutta quell’aggressivi­tà fra alpinisti? «Credo sia la tensione generata dal sovraffoll­amento — ipotizza il sindaco — mi ha appena chiamato il titolare del rifugio per segnalarmi un altro attacco a una guida. Poi ci sono gli “sherpa” illegali, gli scalatori in scarpe da tennis… I gendarmi dovrebbero fermarli».

Il versante italiano sembra più tranquillo: «Certo, perché da Courmayeur l’accesso alla vetta è più lungo, più tecnico, più pericoloso per i dilettanti. Il 75% dei turisti parte da Saint-gervais. Inoltre in Italia l’abuso di soccorso è a pagamento, mentre in Francia è quasi sempre impunito. Il contribuen­te francese sborsa mediamente 9.000 euro per ogni salvataggi­o. Qui c’è chi chiama con il telefonino l’elicottero sempliceme­nte perché è troppo stanco o ha freddo ai piedi».

 ??  ??
 ??  ??
 ??  ?? In carica Jean-marc Peillex, 64 anni, è sindaco di Saint-gervaisles-bains, sul versante francese del Monte Bianco
In carica Jean-marc Peillex, 64 anni, è sindaco di Saint-gervaisles-bains, sul versante francese del Monte Bianco

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy