IL VENEZUELA AFFONDA E ANCHE MADURO ORA SE NE ACCORGE
Nel Venezuela dei record tragici — inflazione da un milione per cento all’anno, stipendi da un euro al mese — il presidente-dittatore Nicolas Maduro ammette finalmente che qualcosa non va, e forse è il caso di smetterla di inventare favole ideologiche sulla tragedia provocata nel suo Paese. Mentre al bolivar si tolgono altri cinque zeri con un colpo di penna, e le macchine della zecca di Stato, come in «Casa di Carta», stampano senza sosta banconote da Monopoli, arriva un nuovo pacchetto di misure economiche che apre qualche squarcio verso la realtà. Il governo di Caracas ammette che il valore reale del dollaro è quello del cambio nero, e tenta di agganciare la polverizzata valuta locale a qualcosa di concreto, come il petrolio. Inoltre annuncia la fine di un’altra farsa caraibica, quella della benzina regalata a tutti, pronunciando la fatidica espressione «prezzo di mercato». L’aritmetica oggi in Venezuela è una variabile metafisica. Basti pensare che i salari minimi sono appena stati aumentati di 35 volte, passando a 180 milioni di bolivares al mese. Con quello precedente si riusciva a comprare un chilo di pomodori, ora le cose miglioreranno, sempre che non si debba di nuovo inseguire prezzi irreali. Da quando per comprare un caffè al bar si deve uscire di casa con uno zainetto pieno di banconote, il denaro contante è andato via via sparendo, e le transazioni avvengono quasi soltanto con le carte. Un governo democratico con i risultati ottenuti da quello di Maduro sarebbe già saltato da tempo, e tralasciamo qui le pesanti violazioni ai diritti umani. È ancora al suo posto grazie all’appoggio di un esercito corrotto, e al fatto che i venezuelani non riescono più a protestare in piazza e procurarsi cibo allo stesso tempo. Gli economisti dicono che il pacchetto anticrisi è un palliativo. Si vedrà. Al momento c’è solo da augurarsi che il denaro recuperi almeno un po’ di valore per consentire alla gente di tornare ad alimentarsi decentemente. In attesa di riconquistare la libertà.