Corriere della Sera

Crisi turca, adesso il debito è diventato «spazzatura»

La lira si svaluta e per Moody’s l’outlook diventa negativo. Standard & Poor’s: recessione nel 2019

- Giuliana Ferraino

Si complica la crisi turca. Dopo una nuova svalutazio­ne della lira, che venerdì ha ripreso a cadere, perdendo il 5% circa sul dollaro, le agenzie di rating Moody’s e Standard & Poor’s hanno declassato il rating portandolo a « spazzatura » . È l’ultimo schiaffo a un Paese finito al centro di una tempesta valutaria a causa dei timori sui fondamenta­li della sua economia, ma anche per l’aggravarsi della disputa diplomatic­a e commercial­e con gli Stati Uniti. Moody’s era già intervenut­a nel 2016 sul rating sovrano turco, togliendo ad Ankara il grado di investimen­to. Adesso lo declassa di un altro gradino, a « Ba3 » da «Ba 2», portandolo a livello « junk » . Una mossa legata al «continuo indebolime­nto delle istituzion­i pubbliche turche » e alla « conseguent­e riduzione della prevedibil­ità delle scelte politiche » , afferma l’agenzia spiegando che l’outlook negativo riflette le aspettativ­e su un ulteriore stress finanziari­o, mentre cresce la preoccupaz­ione per l’ indipenden­za della banca centrale e per l’assenza di un piano « credibile » per affrontare le cause profonde degli attuali problemi finanziari.

S&Phatagl iato il rating sovrano in valuta estera della Turchia, portandolo da « BB- » a« B +», anche in questo caso a livello « junk » o spazzatura. Il down grader i flette l’ aspettativ­a che« l’ estrema volatilità della lira turca e il conseguent­e previsto squilibrio della bilancia dei pagamenti minano l’economia della Turchia » , sostiene l’agenzia prevedendo che l’economia turca cadrà in recessione nel 2019, mentre l’inflazione accelererà al 22% nei prossimi quattro mesi.

Venerdì, a far ripartire la caduta della lira, dopo qualche giorno di tregua, è stato un t weet del presi dente degli Stati Uniti, Donald Trump, che ha minacciato nuove misure punitive se la Turchia non libererà An dr ewBr un- son, il pastore evangelico americano che, sotto accusa per spionaggio e terrorismo, rischia 35 anni di carcere. Gli Usa hanno già imposto sanzioni alla Turchia e raddoppiat­o i dazi sull’ importazio­ne dell’acciaio e dell’alluminio turco. Ankara ha risposto con dazi per 533 milioni di dollari su automobili, tabacco e bevande alcoliche made in Usa e annunciato l’ intenzione di boicottare i prodotti elettronic­i, a cominciare dall’iphone. Un’escalation commercial­e che aumenta il nervosismo degli investitor­i e dei mercati.

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