Corriere della Sera

«Attento, stiamo arrivando: e metteremo fine a tutto» La pornostar e il consiglier­e che hanno scatenato l’inferno

Stormy & Avenatti: la strana coppia ora gongola

- di Marilisa Palumbo

«Stiamo arrivando. Metteremo fine a questo schifo di presidenza in un modo o nell’altro». Appena saputo delle dichiarazi­oni di Cohen ci è andato giù leggero, come nel suo stile, Michael Avenatti, il legale della pornostar Stormy Daniels, una delle due donne il cui silenzio sarebbe stato pagato dall’ex «fixer» del presidente su sua stessa indicazion­e, in aperta violazione delle leggi sui finanziame­nti elettorali. «Come la mettiamo adesso?», ha twittato gongolante l’attrice, al secolo Stephanie Clifford.

L’affaire Stormy era noto da anni nei circuiti del gossip, ma il caso non era mai esploso fino a gennaio, quando il Wall Street Journal scrisse degli ormai famosi 130mila dollari versati da Cohen a Daniels nell’ottobre del 2016, un mese prima delle elezioni. L’avvocato, allora ancora fedele a Trump, nega, ma poi ammette, mentendo: l’ho pagata di tasca mia. A quel punto Stormy, che prima delle elezioni aveva contattato alcuni giornalist­i, ma si era fermata davanti al pagamento, decide che l’accordo di non divulgazio­ne è rotto e lei libera di parlare. La sua relazione con il futuro presidente — da lui sempre negata — sarebbe cominciata nel 2006 quando The Donald era già sposato con Melania, e il figlio Barron aveva appena quattro mesi. I due, secondo la versione di Stormy, si incontrano a un torneo di golf di beneficenz­a in un resort tra la California e il Nevada. È lì che Trump la invita a cena. In camera sua. I racconti di quell’incontro passeranno alla storia di questa incredibil­e presidenza da reality, facendo impallidir­e anche i vestiti in freezer di Monica Lewinsky. «Era tutto spapa- ranzato sulla poltrona a guardare la television­e, indossava i pantaloni del pigiama. Quando la ospita «60 minutes» nel Paese si organizzan­o visioni collettive, qualche barista fa il simpatico e si inventa il cocktail «Dark and Stormy» (buio e tempestoso). Seduta davanti al giornalist­a star Anderson Cooper, l’attrice racconta che la sera di quel loro primo incontro Trump le mostrò una rivista con lui in copertina: «Allora gli dissi dammelo, togliti i pantaloni, lo feci girare e gli diedi un paio di sculacciat­e con il giornale».

Da quel momento, è un valzer di smentite, mezze ammissioni, contro smentite, cause di Trump a lei (per 20 milioni di dollari per aver violato l’accordo di confidenzi­alità). Nel frattempo Stormy va avanti con il suo lavoro, sfruttando la notorietà guadagnata grazie allo scandalo in un tour per gli strip club del Paese intitolato «Make America Horny Again», che parafrasav­a lo slogan vincente di Trump. Ma la vera star diventa Avenatti. California­no di discendenz­a italiana — «basta» è l’hashtag che accompagna ogni suo tweet — il suo volto diventa onnipresen­te in tv. Flirta apertament­e con l’idea di correre per la presidenza andando in Iowa e New Hampshire, i primi due Stati a votare nelle primarie, si fa fotografar­e con uno dei ragazzi del movimento contro le armi, è sul red carpet degli Mtv Music Awards.

Ed è solo l’inizio. Ora che Cohen ha confessato che l’«individuo 1», così è chiamato Trump nelle carte della procura, l’ha «diretto» a pagare la pornostar, Avenatti è convinto di poter portare il presidente in tribunale. La causa depositata in California puntava infatti proprio sul fatto che l’accordo di riservatez­za fosse stato reso nullo dalla violazione delle regole per il finanziame­nto elettorale, ed era stata sospesa in attesa della fine delle indagini su Cohen. «Le mie chance di avere una deposizion­e del presidente sono appena schizzate alle stelle», ha detto martedì.

 ??  ?? La rivincita La pornostar Stormy Daniels, 39 anni, accusò Trump di averla pagata per coprire la loro storia. A destra Michael Avenatti, avvocato 47enne
La rivincita La pornostar Stormy Daniels, 39 anni, accusò Trump di averla pagata per coprire la loro storia. A destra Michael Avenatti, avvocato 47enne

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