Atlantia contro le «esternazioni» dei politici
La società: valutiamo l’impatto degli annunci di «nazionalizzazione » per i risparmiatori. Titolo ancora in calo
È scontro tra Atlantia, la società che controlla Autostrade per l’italia, e il governo. La questione, per la capogruppo quotata in Borsa, riguarda gli effetti sugli azionisti (oltre ai Benetton, soci di riferimento con il 30,2%, e altri investitori, i numerosi risparmiatori che hanno in portafoglio titoli della società) che le «esternazioni» e gli annunci di «nazionalizzazione della rete» dei ministri hanno provocato sull’andamento del titolo in Piazza Affari dopo la tragedia del crollo del ponte sulla A10 a Genova.
Il consiglio di Atlantia ha affermato ieri in una nota che si riserva di valutare, tra le altre cose, i potenziali effetti della lettera di contestazione inviata dal ministero delle Infrastrutture guidato da Danilo Toninelli, il passo formale di avvio della revoca della convenzione tra Stato e Autostrade firmata nel 2007. «Con l’obiettivo di tutelare al meglio mercato e risparmiatori» la società si riserva dunque di intraprendere «tutte le misure che ritiene necessarie».
La Consob, l’autorità che vigila sui mercati, ha acceso un faro già il 14 giugno sulle forti variazioni di prezzo del titolo Atlantia. La Commissione avrebbe recapitato al mondo della politica richiami di attenzione, invitando a evitare affermazioni pubbliche che possano avere effetti sui prezzi dei titoli, soprattutto a Borsa aperta. Atlantia in otto giorni ha perso circa 5,5 miliardi di capitalizzazione. Era presumibile che ciò accadesse, visto il crollo del viadotto del Polcevera su una tratta a pedaggio gestita dalla società controllata, ma il consiglio di Atlantia vuole verificare se la affermazioni sulla decadenza della concessione possano aver ulteriormente penalizzato il titolo della holding, la società controllante.
In campo anche l’anac, l’autorità anti-corruzione guidata da Raffaele Cantone, che ieri ha chiesto chiarimenti sull’appalto per i lavori sul ponte Morandi e ha sollecitato aggiornamenti sullo stato degli interventi sull’a10 Genova-savona. Nella richiesta dei tecnici dell’anac si fa riferimento all’ultima relazione del ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture (2016)da cui emerge una mancata attuazione degli investimenti pari al 72,89%. Il dato trae origine dalla previsione fatta dalla società nel piano economico presentato al ministero nel 2013, coperto ancora da segreto di Stato anche se lo stesso ministero ha chiesto di desecretare il documento e il ministero della Funzione Pubblica dovrebbe esprimersi a breve. Autostrade si difende sostenendo che quell’ammontare di investimenti includeva i lavori per la Gronda di Genova, mai partiti per «i notevoli ritardi da parte delle istituzioni competenti».