Corriere della Sera

«Lo Stato in campo? Rischia che il modello sia l’atac più che l’iri»

- Dino Martirano

ROMA «Ma siamo sicuri che uno Stato incapace di controllar­e il concession­ario poi sia in grado di gestire le autostrade? Parlare di rinazional­izzazione, come ha fatto il ministro Toninelli, richiedere­bbe di spiegare agli italiani come si possa garantire che le nuove imprese pubbliche assomiglie­ranno all’iri virtuoso degli anni 50 e 60 e non a quello insostenib­ile del ’93 o, peggio, all’atac e all’ama che da tre anni un sindaco del M5S amministra a Roma».

L’ex ministro del Pri Giorgio La Malfa (Bilancio, 1980-1982, e Affari europei 2001-2006) dice di essere «molto preoccupat­o per l’annuncio del ministro Toninelli». Ma con le privatizza­zioni lo Stato ha pagato un prezzo alto a vantaggio dei privati.

«Quando uno è costretto a vendere in fretta è ovvio che il compratore si avvantaggi. Per questo va ricordato che negli anni ’92-’93, con i governi Amato e Ciampi, la privatizza­zione dell’iri fu impostata non su una decisione ideologica ma perché lo Stato aveva bisogno di fare cassa». Perché il modello Iri alla fine naufragò?

«L’iri, nato nel 1933, è la cosa migliore che ci ha lasciato il fascismo anche perché all’inizio fu guidato da personalit­à indipenden­ti come quelle di Beneduce e Menichella. In un quadro economicam­ente stabile, l’iri fu la spina dorsale della ricostruzi­one: fu impiantata la rete telefonica, costruite le autostrade, con le partecipaz­ioni statali che spaziavano dall’alimentare all’acciaio. Ma poi, dalla fine degli anni 60, la degenerazi­one della politica trasformò un gioiello in un pozzo senza fondo». L’iri colonizzat­o dai partiti.

«Quando l’iri cominciò a perdere soldi, venne sostenuto con fondi di dotazione sempre più consistent­i che passavano come nuovi investimen­ti ma che, in realtà, coprivano le perdite di gestione. Alla fine si dovette scegliere: tra il fallimento e la vendita a pezzi». Ora il governo deve cambiare rotta?

«È giusto che dopo questa tragedia il governo intenda cambiare strada anche prima degli esiti dell’inchiesta. Ma spetta al governo presentare un progetto per far capire che cambiando strada si va a migliorare. E non si finisce ancora peggio».

Quando si è costretti a vendere in fretta è ovvio che chi compra si avvantaggi Negli anni 90 l’iri fu privatizza­ta non per scelta ma perché c’era disperato bisogno di fare cassa L’istituto durante gli anni 50 fu la spina dorsale della ricostruzi­one Ma poi, dalla fine degli anni 60, la degenerazi­one politica trasformò un gioiello in un pozzo senza fondo

 ??  ?? Ex ministro del PriGiorgio La Malfa, 78 anni, docente universita­rio di Politica economica, è stato segretario del Pri, deputato, e ha guidato i dicasteri per le Politiche europee e del Bilancio
Ex ministro del PriGiorgio La Malfa, 78 anni, docente universita­rio di Politica economica, è stato segretario del Pri, deputato, e ha guidato i dicasteri per le Politiche europee e del Bilancio

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