Corriere della Sera

Centrafric­a, tre reporter russi uccisi L’ombra di Putin sul Continente Nero

Indagavano sui contractor inviati da Mosca, sempre più attiva nell’area

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una catena più lunga. Quest’anno Mosca ha firmato intese di cooperazio­ne militare con Repubblica Democratic­a del Congo, Etiopia, Guinea e Mozambico. Nigeria e Angola si sono accordati con Mosca per comprare armi e offrire risorse minerarie. Il Sudan dell’ex paria internazio­nale Omar al-bashir ha proposto al Cremlino di costruire di una base navale sul Mar Rosso.

Durante la Guerra Fredda l’africa è stata terreno di battaglia fra Usa e Urss. Con la caduta dell’impero sovietico, un quarto di secolo fa, i russi si erano ritirati lasciando il campo alla Cina. Ora, complice il disimpegno americano (Melania a parte), stanno tornando. Non deve sorprender­e l’interesse per un luogo strategica­mente «morto» come il Centrafric­a: «Il governo è debole, il bersaglio è facile», dice al Financial Times Thierry Vircoulon di Internatio­nal Crisis Group. Un postaccio per la diplomazia internazio­nale ma non per i forzuti della Wagner, la maggiore compagnia russa di contractor nel settore militare, coinvolta anche nella guerra in Ucraina e in Siria. Non ha una sede, un recapito, un numero di telefono. Secondo diversi esperti è l’esercito privato del Cremlino per i lavori più sporchi. Tra i burattinai ci sarebbe proprio Prigozhin, lo chef di Putin che fra l’altro è pure a capo della banda di pirati informatic­i pesantemen­te implicata nel Russiagate secondo il procurator­e Usa Mueller.

I tre giornalist­i russi uccisi a nord di Bangui alla fine di luglio erano sulle tracce dei contractor della Wagner. Hanno vissuto nel Paese tre giorni. Hanno bussato invano al campo russo di Berengo, la città dove è sepolto l’ex «imperatore cannibale» Jean-bedel Bokassa. I figli di Bokassa si erano lamentati a gennaio perché «soldati russi» seminudi disonorava­no la tomba del padre.

I giornalist­i, che lavoravano per un istituto media finanziato da Mikhail Kodorkovsk­y, sono stati uccisi due giorni dopo su una strada (generalmen­te tranquilla) che porta a un altro campo russo. L’unico testimone, l’autista scampato alla violenza, ha detto che il killer era un uomo armato che parlava arabo. Molti credono che sia stato un lavoro confeziona­to ad hoc. Ricetta dello Chef.

 ??  ?? L’omaggio I ritratti dei tre giornalist­i russi uccisi in un agguato in Centrafric­a e un mazzo di fiori per ricordarli: i tre indagavano sulla presenza di contractor inviati dal Cremlino
L’omaggio I ritratti dei tre giornalist­i russi uccisi in un agguato in Centrafric­a e un mazzo di fiori per ricordarli: i tre indagavano sulla presenza di contractor inviati dal Cremlino

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