Corriere della Sera

Il teologo anti-pedofilia «La Chiesa italiana affronti il tema abusi o ne verrà travolta»

- di Gian Guido Vecchi (foto da Facebook)

CITTÀ DEL VATICANO «È normale che questo tema faccia provare vergogna, paura di fare brutta figura. Ma è importante che la Chiesa italiana capisca che rischiare una brutta figura adesso è meglio che farla tra qualche anno ed essere travolti dagli scandali».

Il padre gesuita Hans Zollner, psicologo e teologo, guida il Centro per la protezione dei bambini alla Gregoriana e fa parte della commission­e vaticana per la protezione dei minori.

Dopo la lettera sui «crimini di abuso» scritta dal Papa «al popolo di Dio», padre Zollner ha spiegato all’agenzia Sir dei vescovi italiani: «Mi preme dire che l’italia non ha ancora vissuto un tale momento di verità riguardo l’abuso sessuale e lo sfruttamen­to del potere riguardo il passato».

Che cosa intendeva dire, padre?

«Mi riferivo al fatto che la Chiesa italiana non ha fatto esperienza di ciò che hanno già vissuto Paesi come l’irlanda, gli Stati Uniti, la Germania o l’australia in varie fasi del loro passato…».

Sulla pedofilia nel clero ita- liano non ci sono dati né indagini precise, è questo il problema?

«In pochissimi Paesi del mondo abbiamo a disposizio­ne dati precisi, ma certo sarebbe una stupidaggi­ne pensare che in altri Paesi come la stessa Italia non sia accaduto lo stesso. Altrove ci sono state indagini governativ­e o promosse dalle stesse conferenze episcopali. Dopo gli scandali, quasi tre anni fa, i vescovi tedeschi hanno avviato una ricerca in tutti gli archivi, parlato con le vittime, e a settembre sarà pubblicato un rapporto curato da psichiatri ed esperti».

I vescovi italiani dovrebbero fare lo stesso?

«Sarebbe molto utile, sì. Bisogna guardare in faccia la realtà. La mia preoccupaz­ione è che, se non agiscono presto, prima o poi verranno fuori dati non verificati, una valanga di scandali e polemiche che si troveranno a dover rincorrere».

Cosa suggerireb­be loro di fare?

«Accogliere le vittime, invitarle a farsi avanti e raccontare, aiutarle. E introdurre con tutto il rigore possibile delle misure di protezione e prevenzion­e, in tutte le diocesi, adesso, non quando lo scandalo sarà già scoppiato».

La commission­e vaticana per la tutela dei minori ne ha mai parlato con il «gruppo di lavoro» istituito un anno fa dalla Conferenza episcopale italiana?

«Non ancora, ma spero che presto ci sia un incontro»

Le linee guida della Cei non hanno previsto l’obbligo di denuncia da parte dei vescovi «perché la legge non lo prevede», salvo poi parlare di «dovere morale»…

«Bisogna andare oltre l’approccio legale o canonistic­o e guardare, come dice il Papa, al sentimento del popolo di Dio, approfondi­re la parte pastorale, teologica, spirituale… Mi auguro che le ultime settimane, con tante notizie sconvolgen­ti, abbiano aperto gli occhi e il cuore anche alla

La preoccupaz­ione Se non si agisce presto, prima o poi verranno fuori dati non verificati, una valanga di scandali

Chiesa italiana e ai suoi responsabi­li per impegnarsi senza esitazione e in modo consistent­e in questa chiamata urgente del Signore a tutto il Popolo di Dio».

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