Ciabatte, olio al cocco, pallone Tutto quello che può rovinare il vostro pranzo d’agosto
Al pranzo d’agosto con amici e parenti non tutto è ammesso. Non le festaiole pance debordanti più o meno velate da canottiere fantozziane; non le ciabatte, neanche se abbinate al centrotavola, e ancor meno gli zoccoli che denotano autostima ma con tutto quel baccano distolgono l’attenzione dal sauté; non il telefonino sul tovagliolo accanto al piatto, pure spento emana radiazioni antisociali; non la pelle impregnata di olio solare al profumo di cocco, scaccia forse le zanzare e di sicuro l’appetito dei commensali. Bandita la musica ad alto volume e anche i tiri in porta per sgranchirsi tra un calamaro e un gamberone, soprattutto se la porta è a tre passi dal barbecue. Vietato commentare le abitudini alimentari altrui, chi ha un’intolleranza o si è liberamente unito ai fruttariani non dev’essere costretto a rispiegarlo a ogni giro di parmigiana di melanzane. Vietatissimo approfittare dell’intervallo tra il primo e il secondo per esprimere pareri su scelte di vita e idee politiche dei presenti, orate al sale e baccalà sono stati testimoni silenziosi dei più grandi naufragi familiari della Storia. Super vietato rimpiangere l’elettricità ansiogena della città, i rassicuranti automatismi della quotidianità, il freddo dell’inverno e in generale qualunque altra cosa non stiate facendo qui e ora. Tempo lento, vuoto da riempire, in fondo è il bello di questa stagione. Siete in vacanza, finalmente.