IL CASO BENALLA ? FINITO MA I PROBLEMI DI MACRON SONO ANCORA TANTI
Se lo aveva previsto, ed è probabile, Emmanuel Macron non si è sbagliato: è bastato il rompete le righe estivo perché l’«affaire Benalla» si sgonfiasse, assieme all’arroganza del suo manesco body guard. I francesi sono stufi di vedere e rivedere alla tivù le immagini del picchiatore in azione (gratuita) alle manifestazioni del primo maggio, alternate a quelle delle sue gite in bicicletta accanto al presidente. E se sono delusi dal capo di Stato è piuttosto perché, come dimostra l’ultimo sondaggio Elabe/bfmtv, lo ritengono ormai più autoritario che dinamico, meno riformatore e meno fedele ai suoi impegni di quanto avessero sperato. Il primo consiglio dei ministri, ieri, è stato offuscato da un nuovo scoop del settimanale satirico Le Canard enchaîné sugli «exploits» immobiliari della ministra della Cultura, Françoise Nyssen, che quand’era presidente della casa editrice Actes Sud ha fatto ampliare di 150 metri quadri gli uffici, in un palazzo vincolato, senza informarne il Comune, il fisco e tantomeno la Sovrintendenza ai Beni architettonici, attualmente sotto la sua giurisdizione. Macron manda a dire il suo portavoce che «nessuno sarà considerato al di sopra della legge», e affetta di avere questioni più urgenti di cui occuparsi. In effetti: le previsioni di crescita economica sono diventate meno ottimistiche — e 0,2 punti percentuali equivalgono a miliardi di euro — , mentre l’inflazione sale. Il presidente è atteso al varco dai sindacati, ma anche dai suoi stessi ministri per i drastici tagli di spesa che deve arbitrare. E poi dai disoccupati, i pensionati, gli agricoltori, i medici e gli infermieri, i piccoli e medi imprenditori. Sono tanti i fronti aperti, dove l’opposizione conta di vedere cadere Macron. E sul caso di Alexandre Benalla, a destra e a sinistra, gli avversari politici alimentano il fuoco sotto la brace: c’è un’indagine giudiziaria ancora aperta e la commissione d’inchiesta parlamentare in Senato sta per riprendere i lavori. «Fra un anno nessuno se ne ricorderà più» pronostica l’entourage del presidente. Purché non sia un altro scandalo o qualche fiasco sulla via delle riforme a offuscarne la memoria.