Corriere della Sera

L’occidente è confuso: non sa che il mondo è meno povero

- di Danilo Taino Statistics Editor

C’è da dire che abbiamo un’idea distorta di cosa sta succedendo nel mondo. Noi italiani ancora più degli altri. La scuola e i media dovrebbero prenderne coscienza: forse non basterebbe ma probabilme­nte attenuereb­be il pessimismo non sempre giustifica­to che incombe su di noi. Il centro di ricerca Ipsos Mori ha condotto un sondaggio in 28 Paesi dal quale si capisce che l’opinione diffusa sullo stato del pianeta è enormement­e peggiore di quella che è la realtà: soprattutt­o nei Paesi occidental­i, più ricchi.

Alla domanda se l’estrema povertà sia diminuita, aumentata o restata uguale, il 20% (media globale) risponde che è calata, il 52% che è cresciuta mentre il 28% pensa che non sia cambiata o non sa rispondere. La realtà è che la povertà estrema, comunque la si misuri, è in diminuzion­e da due secoli e tra il 1995 e il 2015 è passata (dati della Banca mondiale) dal 31 al 9,6% della popolazion­e mondiale. Solo uno su cinque degli intervista­ti è consapevol­e di questa tendenza mentre la maggioranz­a assoluta pensa esattament­e il contrario.

La percezione errata è elevatissi­ma in Italia, dove solo il 9% sa che nel mondo i poveri stanno diminuendo e il 60% pensa che stiano aumentando. Idee più confuse le hanno solo francesi e ungheresi, con quote del 9 e del 68% e gli argentini, 9 e 64%. Per dire della differenza tra queste percezioni e quelle di un Paese emergente: in Cina, il 49% degli abitanti sa che la povertà è in ritirata, solo il 21% pensa che avanzi.

Le cose non cambiano se si passa alla mortalità infantile nel mondo, che nello scorso ventennio si è dimezzata come percentual­e della popolazion­e: solo il 28% degli italiani

Strabismi L’indigenza estrema è crollata, come la mortalità infantile. Ma nei Paesi ricchi si pensa il contrario. Un pessimismo sul passato che ricade sulle attese future

pensa che sia calata, mentre il 20% ritiene che sia cresciuta. In questo, ancora su percentual­i simili a quelle dei Paesi più ricchi. In Senegal, invece, il 77% degli abitanti sa che è crollata, in Kenya ne è consapevol­e il 69%, in Nigeria il 58%, in Cina il 52%, in India il 51%: hanno l’esperienza diretta.

La lettura negativa e sbagliata del passato riverbera sulle aspettativ­e. Mentre il 68% dei kenioti, il 67% dei nigeriani, il 65% degli indiani, il 64% dei senegalesi, il 58% dei cinesi sono ottimisti sul futuro delle condizioni di vita globali, la quota scende a uno straordina­rio 18% in Italia, al 14% in Belgio, al 13% in Francia, al 10% in Giappone. Siamo di fronte a un problema culturale serio per l’occidente e per i Paesi di vecchia ricchezza. Il pessimismo strabico sul passato e sul futuro, creato da crisi serie nell’economia e nella democrazia, è probabilme­nte una delle ragioni alla base dello smarriment­o politico che gli elettorati rivelano ovunque. La verità è che lo stato del pianeta è molto meno brutto di ieri. Utile saperlo.

@danilotain­o

 ??  ??
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy