«Alì Babà, i soldi e il potere Una favola molto attuale»
Cavani torna alla Scala curando la regia dell’opera di Cherubini
l’amore trionfa sempre. Così ho pensato di introdurla attraverso un ragazzo di oggi, che la legge intrecciandola con lo sguardo di una bella fanciulla seduta accanto a lui in biblioteca. Entrambi si perderanno e si ritroveranno in quelle pagine».
Un sipario si chiude, un altro si apre. A pochi giorni dalla prima, Cavani sarà a Venezia per ricevere il premio Bresson alla Mostra del Cinema, dove presenterà anche l’edizione restaurata dal Luce del suo scandaloso Portiere di notte. «Nel ’74 la censura lo vietò ai minori di 18 anni e quando ne chiesi le ragioni mi fu risposto che la scena incriminata era quella dove Charlotte Rampling fa l’amore con Dirk Bogarde standogli sopra. Una posizione intollerabile. “Eppure succede”, risposi». Naturalmente il sesso era il pretesto per distrarre dal vero scandalo. «L’aver sollevato il velo sull’assenza di senso di colpa del nazismo. Il lato oscuro con cui non si sono mai fatti i conti. Il nodo del film era quello, in Francia lo capirono bene, le Nouvel Observateur intitolò “Il portiere della notte”, colui che custodisce una responsabilità collettiva da tenere nascosta. I carnefici rimasti a piede libero sono tanti e nessuno di loro, nemmeno alla fine della vita, ha mai riconosciuto i suoi crimini». Ma l’indomita Cavani non demorde, il prossimo film sarà di nuovo scomodo: «Un atto di denuncia sulle tante guerre che affliggono oggi il mondo».