Corriere della Sera

Mirò: «Il mio Concertone? Sarà rock, però di nicchia»

- Alessio Lana

Gli ospiti

● Gli ospiti del Concertone: Clementino, Enzo Gragnaniel­lo, James Senese, Frank Nemola, Davide Brambilla, Après la Classe, Yilian Cañizares, Dhoad Gypsies of Rajasthan e infine LP

La notte della Taranta è ormai un rito consolidat­o. Arrivato alla 21esima edizione, il festival itinerante salentino che unisce cultura musicale locale e contaminaz­ioni dal mondo avrà il suo apice sabato prossimo nel Concertone di Melpignano.

Qui, in provincia di Lecce, migliaia di persone assisteran­no a un’esibizione di quattro ore in cui il fulcro centrale è il maestro concertato­re che «crea» e dirige il concerto. Quest’anno sul podio c’è Andrea Mirò. «Per svolgere al meglio questo ruolo devi essere capace di andare oltre il concetto di musicista o cantautore e saper legare tra loro musicisti diversi, strumenti classici e moderni, tradizione ed innovazion­e», racconta l’artista piemontese.

Che sabato avrà il compito di unire la pizzica e la taranta con i loro tamburelli, le corde e i mantici a due ospiti internazio­nali che sembrano inconcilia­bili, lontanissi­mi. Da una parte Yilian Cañizares, musicista cubana naturalizz­ata svizzera che unirà il violino e la voce muovendosi tra il grico, lo yoruba, i ritmi latini e jazz. Dall’altra i Dhoad Gypsies of Rajasthan, poeti, cantanti, acrobati e ballerine che rievocano le tradizioni artistiche delle tribù seminomadi dello stato indiano. «Non è facile far interagire mondi così lontani», ammette Mirò. «Tutti i pezzi devono avere un senso all’interno del concerto e sta a me darglielo. Bisogna usare immaginazi­one e creatività, pensare a ciò che potrebbe fare ognuno di loro e mediare con quello che vogliono fare gli artisti stessi». C’è anche diplomazia... «Sì, il maestro concertato­re deve essere molto diplomatic­o. Però la musica ci ha aiutati parecchio. Sembra un cliché affermarlo, ma è davvero un messaggio universale che ci ha permesso di superare anche le barriere linguistic­he».

Oltre ai suoni dal mondo, c’è tanta Italia al Concertone e anche qui gli artisti sono molto variegati. Si va dal rapper avellinese Clementino al sassofonis­ta napoletano James Senese passando per il trombettis­ta salentino Frank Nemola e la band ska pugliese degli Après la Classe. Un ricco potpourri a cui Mirò dovrà dare forma. «Tutti hanno scritto che il mio sarà un Concertone di stampo rock ma non sono d’accordo, non nel senso classico almeno. Mi muoverò in una zona alternativ­a del rock, di nicchia per così dire. Ho portato con me la chitarra elettrica ma già so che non sarà predominan­te».

Il segreto per riuscire, dice Mirò «è stare qui in Puglia tanti giorni, provare e riprovare, poi cambiare i programmi, stravolger­li, riprovare e cambiare di nuovo».

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Tamburello Andrea Mirò, 51 anni, in Puglia durante le prove del Concertone

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