Corriere della Sera

Sfida all’europa sui migranti

Salvini: «I veri ostaggi sono gli italiani. Io non ho paura di nessuno»

- DAL NOSTRO INVIATO (Afp) Dino Martirano

Linea dura del vicepremie­r sul caso Diciotti, la nave italiana ferma da tre giorni nel porto di Catania con i migranti, per lo più eritrei, ancora a bordo. «L’europa decida entro oggi — avverte Luigi Di Maio — o non verseremo a Bruxelles i 20 miliardi di contributi». Sbarcati solo 27 minori.

CATANIA Il nostromo del Diciotti, pattugliat­ore della Marina militare italiana, è di origine eritrea e per questo ha potuto parlare a quattr’occhi con alcuni dei 150 immigrati «trattenuti» a bordo per ordine del ministro dell’interno Matteo Salvini: pare che i ragazzi salvati dai nostri marinai in mezzo al Mediterran­eo si siano commossi quando hanno sentito la loro lingua nelle parole pronunciat­e da un uomo con la divisa e le stellette: «Fino a quando restiamo sulla nave? Volete riportarci i Libia?».

All’ottavo giorno di «quarantena» il Diciotti è ormeggiato in porto ma ancora in «assetto di navigazion­e» perché l’ordine di sbarco non è mai arrivato: non si sa ancora chi debba darlo, formalment­e, anche perché il padrone di casa, il ministro delle Infrastrut­ture Danilo Toninelli, è appeso ai«motivi di ordine pubblico» addotti dal responsabi­le del Viminale Matteo Salvini. Il quale, dopo il via libera per lo sbarco di 27 minori inviato mercoledì via Facebook al comandante del vascello, Massimo Kothmeir, è graniticam­ente attestato sulla linea dura: «Sul Diciotti sono tutti irregolari, aspettiamo segnali concreti dall’europa» per la ricollocaz­ione dei migranti. Il Viminale, per ora, non molla. Ma almeno «un po’ di pietas con le venti donne eritree che stanno molto male a bordo», ha provato a insistere l’ex presidente della Camera Laura Boldrini che come parlamenta­re ha potuto «ispezionar­e» la nave come il deputato regionale Claudio Fava che ha chiesto l’intervento del capo dello Stato.

In serata lo staff di Salvini (via sms, nessun comunicato ufficiale) ha confermato che «non ci sono tensioni nel governo» e che il ministro «ha molto apprezzato le parole di Luigi Di Maio sull’unione europea». Oggi infatti a Bruxelles c’è un appuntamen­to cruciale per gli sherpa dei governi Ue che cercano di risolvere il caso Diciotti. Il vicepremie­r Di Maio ha alzato la palla a Salvini, minacciand­o che l’italia «non verserà più i suoi 20 miliardi di contributi annui all’unione se la commission­e non ci viene incontro con la ricollocaz­ione dei migranti della nave». Ma i segnali che arrivano dalla commission­e Ue e da Berlino («Non abbiamo ancora deciso») non sono incoraggia­nti. Se infatti la Ue non «batte un colpo», come auspichere­bbe il premier Conte, e il Quirinale persevera nella sua vigile azione di attesa, il caso Diciotti rischia l’effetto boomerang per il Viminale che si troverebbe da solo in prima linea a dover fare un passo indietro.

A quel punto ministro, questore, prefetto, comando generale delle capitaneri­e di porto dovrebbero chiarire qual è stata l’esatta catena di comando che ha provocato il «trattenime­nto» a bordo di 150 immigrati e 6o uomini di equipaggio. Su questo punto in particolar­e sta lavorando la procura di Agrigento che non esclude l’ipotesi di sequestro di persona. E che la situazione sia ingarbugli­ata lo dimostra la confidenza semiseria, ma non troppo, che il comandante Kothmeir (attaccato anche da Forza Nuova: «Si crede una Ong»), ha fatto al deputato Riccardo Magi, anche lui in visita In porto

Un ufficiale della Diciotti con indosso una tuta protettiva parla con i migranti seduti sul ponte della nave della Guardia costiera nel porto di Catania. Dopo lo sbarco dei minori, le associazio­ni umanitarie chiedono lo sbarco immediato anche per gli adulti rimasti a bordo

Alta tensione

Al porto polizia in assetto antisommos­sa per le manifestaz­ioni pro e contro

sulla nave: «Quando eravamo al limite delle acque territoria­li ho chiesto al mio comando: “Non è che mi mettono i braccialet­ti d’argento ai polsi quando sbarchiamo?”». Poi quando gli è stato chiesto un parere sulla procedura di trattenime­nto a bordo attuata senza alcun ordine della magistratu­ra, il comandante avrebbe risposto: «Siamo oltre i limiti temporali consentiti».

La nave ha ricevuto anche una delegazion­e dell’autorità garante dei detenuti guidata da Daniela De Robert che ha potuto verificare «le condizioni precarie in cui si sta prolungand­o la permanenza a bordo scandita da molti casi di scabbia»: «Ci vuole poco a guarire queste patologie ma se si fanno dormire delle persone sui cartoni all’aperto è difficile risolvere il problema». Quando è sera — e dopo alcuni momenti di tensione al porto con la polizia in tenuta antisommos­sa per due gruppi di manifestan­ti pro e contro i migranti — dal ponte si leva un canto che ha il suono di una preghiera. La Comunità di Sant’egidio fa la sua proposta a Salvini: «La commission­e che riceve le domande di asilo potrebbe salire sulla nave. E andrebbe garantita anche la presenza di un ministro di culto come nelle carceri».

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