Corriere della Sera

L’avvocato anti Trump: il mio «basta» in italiano

Il personaggi­o Avenatti, il legale della pornostar con la nonna toscana

- di Marilisa Palumbo

«Basta», con questa parola che gli ha inculcato da bambino la nonna italiana, Michael Avenatti, 47 anni, avvocato della pornostar Stormy Daniels, lancia la sfida a Trump. E non solo nelle aule di giustizia. «Correre per la presidenza? Certo — ammette il legale che ha lavorato anche nello staff di Obama — ci sto pensando seriamente».

NEW YORK Correre per la presidenza? «Certo che ci sto pensando seriamente», dice rispondend­o al telefono (non a caso) dall’iowa. Ma prima il 47enne Michael Avenatti ha una missione: chiamare Trump sul banco dei testimoni.

Sveglio, impaziente e veloce, come sulle macchine da corsa che ama tanto (ha gareggiato a Le Mans e Daytona). Primo della famiglia ad andare al college, si pagava gli studi facendo «ricerche di opposizion­e» per i candidati, a destra e a sinistra. Legge e politica, come adesso che ha trasformat­o la causa intentata a nome della sua cliente, la pornostar Stormy Daniels al secolo Stephanie Clifford, in una fortissima arma contro il presidente. Tutto comincia a febbraio, dopo le rivelazion­i sui 130mila dollari che Michael Cohen ha versato alla Clifford per comprarne il silenzio sulla presunta relazione con Trump. Stormy decide di fare causa per dichiarare nullo l’accordo di riservatez­za perché chiuso in violazione delle leggi sul finanziame­nto elettorale. Il procedimen­to viene sospeso fino alla fine delle indagini su Cohen, ma adesso che si sono concluse con l’ex legale del presidente che confessa di essere stato da lui stesso istruito sui pagamenti, Avenatti è pronto per la rivincita.

Quali sono i prossimi passi?

«Il 10 settembre chiederemo al tribunale di consentire al nostro procedimen­to civile di andare avanti e di permetterm­i di raccoglier­e la testimonia­nza giurata di Michael Cohen e del presidente Trump».

È possibile che una richiesta simile, chiamare a testimonia­re un presidente in carica, venga accolta?

«Sì, c’è un precedente, il caso della decisione della Corte suprema in “Jones vs Clinton”. Nel processo intentato da Paula Jones la corte stabilì che un presidente in carica può essere chiamato a testimonia­re nel corso del suo mandato».

È il 17 gennaio 1998 quando Clinton, che Jones aveva citato in giudizio per molestie sessuali, viene chiamato a deporre. Durante quella testimonia­nza, quattro ore nell’ufficio del suo legale, nega di avere avuto una relazione sessuale con Monica Lewinky: è la miccia dell’impeachmen­t. È chiaro che anche Avenatti spera di andare oltre la causa california­na. «Metteremo fine a questo schifo di presidenza», ha twittato martedì appena saputo di Cohen.

Lei sembra molto impegnato a combattere Trump anche politicame­nte...

«Recentemen­te sono diventato più attivo perché molte persone si sono rivolte a me chiedendom­i di assumere un ruolo di leadership su diversi temi. Rappresent­o per esempio oltre 70 madri e 90 bambini che sono stati divisi al confine a causa delle politiche draconiane di Trump sull’immigrazio­ne. E ho anche incontrato i ragazzi di «March for our lives» (il movimento contro le armi, ndr): intendo attivarmi anche su quel fronte».

Da mesi lei è una presenza fissa nei talk show e agli eventi mondani ed è una star della «resistenza» anti trumpiana su Twitter (oltre 700mila follower), dove chiosa spesso i suoi tweet con l’hashtag «Basta». Come mai questa parola italiana?

«Perché mia nonna, i cui genitori venivano da Lucca, usava dirmelo molto spesso quando ero un ragazzino! I genitori di mio nonno invece erano di un piccolo paese appena fuori Torino, capisco un po’ la vostra lingua».

Ha ancora un ramo della famiglia in Italia, ci torna spesso?

«Oh assolutame­nte, ho dei lontani parenti e comunque vengo in Italia 3-4 volte l’anno, la amo moltissimo. Il mio posto preferito è Firenze, e di solito d’estate passo almeno due settimane in costiera amalfitana, ma quest’anno diciamo che ero un po’ troppo occupato...».

Ora per esempio è in Iowa, tappa obbligata per tutti gli aspiranti candidati presidenzi­ali, ed è stato da poco in New Hampshire. Fa sul serio per il 2020?

«Sì, sto davvero valutando l’idea di candidarmi. Molte persone mi stanno chiedendo di farlo e io sto viaggiando per il Paese per parlare con la gente e raccoglier­e spunti e suggerimen­ti. Intanto faccio anche fundraisin­g per altri democratic­i che corrono nelle elezioni di medio termine di novembre».

Non la disturba la commistion­e tra giustizia e politica?

«Credo che questo caso sarebbe diventato politico a prescinder­e dal mio personale coinvolgim­ento. E voglio essere molto chiaro, il mio impegno numero uno è nei confronti della verità: il mio primo partito è il partito della verità».

Sto davvero valutando l’idea di candidarmi Molte persone mi chiedono di farlo e io sto viaggiando per il Paese per raccoglier­e spunti Michael Avenatti Avvocato

@marilisap

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La pornodiva americana Stormy Daniels, 39 anni, e il suo avvocato Michael Avenatti, 47, di origini italiane, oramai divenuto una star
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(Reuters) Tra la folla Michael Avenatti, 47 anni, arringa una protesta contro Donald Trump davanti alla Casa Bianca. Dietro di lui, riferito al presidente, le lettere di «Liar», «bugiardo»
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(Getty) Rally Avenatti è anche un pilota

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