Corriere della Sera

Madre Coraggio

- di Massimo Gramellini

Appena ha visto il figlio trentenne scaraventa­rsi in auto per sguinzagli­are la sua rabbia sotto l’abitazione della fidanzata che aveva avuto l’ardire di lasciarlo contro la sua volontà, una signora di Firenze ha compiuto un gesto lucido e inconsueto. Ha chiamato i carabinier­i. Per difendere la ragazza da suo figlio e suo figlio da se stesso. Non dev’essere stato facile, per una madre. Nel Paese in cui la tribù viene prima di tutto e i panni sporchi si lavano in famiglia fino a scolorirli, chi si rivolge allo Stato per dirimere questioni così private è considerat­o alla stregua di un traditore o di una spia. La mamma fiorentina ha preferito correre questo rischio, piuttosto che quello di ritrovarsi un assassino in casa e una vittima sulla coscienza. Il cuore di una madre difficilme­nte si sbaglia: quando il figlio, un giovane insegnante, si è trovato i carabinier­i davanti al portone della ex, ha riservato loro lo stesso trattament­o isterico e violento che presumibil­mente aveva in serbo per lei. Era in uno stato talmente alterato che lo hanno dovuto ricoverare in ospedale.

Le madri dei maschi sono il modello femminile dei loro figli, ma non sempre sanno educarli a rispettare la libertà di scelta e a concepire l’amore come uno scambio invece che come una pretesa. Si dice spesso che c’è una donna in prima linea nel difendere le altre donne dalla violenza dei maschi. La novità è che stavolta quella donna era la madre del potenziale femminicid­a.

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