Corriere della Sera

Nessun messaggio dal leader M5S, Fico deluso

Ma la ministra Lezzi lo difende: la Lega non dia lezioni alla terza carica dello Stato

- Alessandro Trocino

ROMA È stato il primo ad aprire una breccia nel muro e dopo di lui, nel chiedere umanità e una soluzione per i migranti della Diciotti, sono arrivati in tanti. Le parole di Roberto Fico, e il duro scontro con Matteo Salvini, fanno uscire il Movimento da un silenzio che segnalava, sia pure subliminal­mente, un dissenso rispetto alle modalità d’azione del vicepremie­r o quantomeno un imbarazzo. Se la strategia era defilarsi e parlare d’altro, il presidente della Camera l’ha infranta, rivendican­do la necessità di rispettare la dignità umana. Ma nella messe di messaggi pubblici e privati di solidariet­à, dopo l’attacco di Salvini, ne mancano alcuni che il presidente della Camera si aspettava: quello di Luigi Di Maio, che preferisce rilanciare la sfida all’europa; quello di Danilo Toninelli, «fisso al telefono» dalla Costa Azzurra ma non sul numero di Fico; e quello dei capigruppo dei 5 Stelle. Francesco D’uva, anzi, spiega: «Ai media e alle forze d’opposizion­e fa più comodo spostare l’attenzione sulla questione migranti per mettere da parte le responsabi­lità dei Benetton-autostrade per l’italia sulla tragedia di Genova».

Eppure Fico, nonostante la delusione per la mancata difesa dei vertici, può dirsi soddisfatt­o, perché ha tenuto fede alle sue posizioni critiche, anche se, come sempre, mai di rottura. E perché ha incassato il sostegno di molti esponenti del Movimento. C’è Paola Nugnes, che dopo l’intervista al Corriere, lancia l’hashtag #robertofic­oèilmovime­nto. Ma c’è anche un ministro, come Barbara Lezzi. che si rivolge al vicepremie­r: «Caro Salvini, l’italia ha fatto il suo dovere salvando i migranti. Restando doverosa la pretesa di condivisio­ne europea, nessuno deve impartire lezioni alla terza carica dello Stato circa la prerogativ­a di esprimere legittime posizioni». Elena Fattori aggiunge: «Salvini non ha nessun diritto di obiettare sulle dichiarazi­oni del presidente della Camera. Solidariet­à a Fico». E Andrea Colletti, un altro che non ha paura di parlare a voce alta, va oltre la solidariet­à per attaccare direttamen­te il ministro dell’interno: «Invece di blaterare, farsi selfie e dirette Facebook, Salvini inizi a rendere più efficienti le commission­i territoria­li per il riconoscim­ento delle protezioni internazio­nali».

E poi ci sono Mirella Liuzzi e un drappello di campani, proprio come Fico. C’è Luigi Gallo, da sempre vicino al presidente della Camera, ma si espongono anche neoparlame­ntari come Gilda Sportiello: «La decisione di non far sbarcare le persone dalla Diciotti non può appartener­mi, non può appartener­e al mio Movimento». E come la napoletana Doriana Sarli. Che attacca: «Di Maio sta facendo un ottimo lavoro ma sui diritti civili subiamo un’impostazio­ne leghista che sta fomentando odio e paura. Cosa stiamo diventando?». Domanda che più di uno nel Movimento si sta ponendo.

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