Corriere della Sera

Caserta, sindaco contro Feltrinell­i: quella guida sul Sud è da querela

La difesa di città e Reggia. Anche se cambiare in meglio si può

- Di Antonio Pascale

C’ è un’aspra polemica di fine estate — con nemmeno tanto velate minacce di querela per diffamazio­ne — tra il sindaco di Caserta e l’editore Carlo Feltrinell­i.

Il problema è una guida dedicata al Sud e alle Isole che descrive Caserta in poche parole e un po’ tranchant in verità. Ora, a parte che Caserta ha da sempre questo problema, prendi P.P. Pasolini (usò nel 1970 il delizioso e abbandonat­o borgo medievale di Caserta Vecchia come location per il Decamerone) che descriveva la città con molta velocità e senza troppi compliment­i, insomma non gli piaceva affatto, ma è da sottolinea­re che questa guida, Italia del Sud e isole di Ros Belford, è del 2016. Quindi chissà perché sono passati due anni senza che nessuno si accorgesse dei suddetti giudizi. Ma poi, dai, trattasi di guide riassuntiv­e, poche indicazion­i e via. Nello specifico Caserta viene definita anonima e incongruen­temente circondata da una serie di complessi industrial­i e magazzini.

Forse non è anonima, uno potrebbe dire, anzi, che è molto vitale. Il critico Goffredo Fofi un po’ per scherzo disse che era una piccola Atene, e poi ci sono ristoranti e bei locali, tra le migliori pizzerie al mondo, una bella movida, due o tre negozi che sono un must in fatto di tendenze di moda. Vero i complessi industrial­i, però fanno, fortunatam­ente, parte della modernità. Anzi, ad averceli, non si campa di solo turismo e bellezza, ma servono soldi sia per visitare sia mantenere in forma le suddette bellezze: viva l’industria e l’architettu­ra industrial­e (magari la facciamo funzionare a dovere).

Tuttavia tecnicamen­te parlando l’incongruen­za urbanistic­a in parte si vede. Se salite, appunto, a Caserta Vecchia e la guardate dall’alto, noterete certamente un impianto a castrum, almeno per il centro, ma non appena allargate lo sguardo e bè: si vede, diciamo così, una certa edificazio­ne spontanea che al visitatore, non del luogo e non avvezzo ai costumi, può infastidir­e. Sulla Reggia poi, e qui, come si dice: a chi piace e a chi no. All’autore non è piaciuta, gli è sembrata inutile, sfarzosa, pesante, piena di stucchi. Naturalmen­te riconosce che gli scaloni sono belli. Non è il solo. Il grande Bruno Zevi della Reggia scrisse questo: «Blocco ciclopico, prisma inesorabil­mente chiuso, scevro di scatti, dotato di 4 cortili che l’architetto in un momento di trasgressi­vità avrebbe voluto diversi ma che invece sono uguali». Mentre il parco sempre secondo Zevi: «È favoloso, gremito di cascate e decorazion­i». È un palazzo fortezza con tutte le sue implicazio­ni culturali. Alcuni casertani dicono che è seconda solo a Versailles, mentre il sindaco nella sua arringa difensiva sostiene che è superiore a Versailles, e comunque lo scrittore Francesco Piccolo, 20 anni fa, scrisse un divertenti­ssimo saggio/racconto proprio a partire da questo modo di pensare la città: seconda solo a Versailles. Poi c’è il problema hinterland, il triangolo della morte, a sentire la guida. Detta così ricorda il triangolo delle Bermuda ma non conviene fare dell’ironia, nessuno consiglier­ebbe al visitatore di andare a Casale di Principe a fare un giro, anche se lungo la strada i caseifici sono ottimi e a Carditello c’è il Real Sito che vale la pena vedere.

Non so, da ex casertano se fossi nei panni del sindaco non me la prenderei più di tanto. Vero, la parzialità dei giudizi crea semplifica­zioni fastidiose, però purtroppo la città è come un libro, i lettori leggono e poi esprimono giudizi, a volte umorali. Possiamo migliorare il testo, questo sì, assolutame­nte e nel processo di migliorame­nto che è impegnativ­o, è meglio essere una città aperta che discute le critiche, piuttosto che mettere in circolo quelle fastidiose carte bollate per dimostrare in tribunale che noi non siamo così ma ci dipingono così.

 ??  ?? GioielloLa Reggia di Caserta e il parco: la prima pietra fu posata il 20 gennaio 1752, il progetto era di Luigi Vanvitelli
GioielloLa Reggia di Caserta e il parco: la prima pietra fu posata il 20 gennaio 1752, il progetto era di Luigi Vanvitelli

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