I ragazzi del terzo millennio sono maggioranza nel mondo
si legge nelle ricerche di mercato che cercano di catturare i dati della nuova coorte di consumatori.
L’incertezza è una certezza. Una generazione meno (alcol, fumo, sesso) ma anche più (connessi, disincantati, indipendenti). Certo ci sono differenze geografiche significative: gli Zeta sono già da un Facebook 2004 pezzo la generazione di maggioranza relativa in tutta l’africa subsahariana (un miliardo di persone, età media 19 anni), mentre nelle prime quattro economie mondiali (Usa, Cina, Giappone e Germania) prevalgono ancora i Millennial (100 di loro ogni 73
Crac Lehman Brothers, 2008 3%* 14%* Zeta, più o meno come in Italia). Come guardano al futuro? Secondo i sondaggi di Deloitte Touche Tohmatsu, in Cina e India il 70% degli Zeta si vedono più felici dei loro genitori, mentre in Paesi come Gran Bretagna, Stati Uniti e Australia soltanto il 39% ha una visione così ottimistica.
Sono i teenager (quasi adulti) di oggi, quelli per cui in Gran Bretagna spariscono i pub a un ritmo di mille all’anno e pure i nightclub, perché i ragazzi bevono di meno e pensano di meno al sesso rispetto ai loro fratelli/genitori (nel 1991 in America il 54% dei giovani tra i 14 e i 18 anni aveva avuto esperienze sessuali, contro il 41% del 2015).
Nei Paesi Ocse la percentuale dei sedicenni che hanno provato a fumare è in discesa dal 1999. I ragazzi Zeta fanno meno a botte: in Inghilterra e Galles nel 2007 c’erano tremila minorenni condannati per violenza; nel 2016 sono scesi a mille. E pazienza se qualche studioso, come il professor Shoko Yoneyama dell’università di Adelaide, la definisce «una generazione noiosa». Sono più «lenti», sostiene un rapporto dell’economist: lenti anche nel guadagnare. Ma dalla loro parte hanno l’aumento delle aspettative di vita: vivranno tutti in media fino a 80 anni, perché affrettarsi a vivere?
Slow generation, connessione veloce. Cos’è cambiato? Il rapporto con la tecnologia, certo. Nei Paesi Ocse i quindicenni passano in media 146 minuti online (contro i 105 del 2012). Ma è cambiato, si è infittito, anche il rapporto con la famiglia. Nel 1965 in America il genitore medio passava 41 minuti al giorno coi figli. Negli ultimi anni il tempo insieme è più che raddoppiato. Se gli Zeta saranno quel che saranno, il merito (o la colpa) è un po’ dei loro «vecchi».