Corriere della Sera

Cioran maestro senza cattedra, contro idoli e falsi profeti

Vincenzo Fiore ripercorre l’itinerario del grande anticonfor­mista (Nulla Die): si faceva beffe di coloro che pretendono di avere scoperto l’assoluto

- di Giancristi­ano Desiderio

La lettura dei libri di Emil Cioran, dal Sommario di decomposiz­ione a La tentazione di esistere, possono produrre due effetti: la disperazio­ne o la libertà. Mai una pagina del «funesto demiurgo» avrà come conseguenz­a la megalomani­a o il convincime­nto, tipico degli intellettu­ali e dei politici, di essere, come diceva Luigi Einaudi, dei «padreterni».

Fin dall’esordio con Al culmine della disperazio­ne, Cioran disse di aver chiuso con la «filosofia ufficiale»: confessava di non avere nulla da insegnare e l’unica cosa che ha insegnato contro la sua stessa volontà è come sottrarsi all’idea malsana di aver capito tutto della vita e di spiegarlo a chi non ha capito niente. «Molte menti hanno scoperto l’assoluto perché avevano un divano vicino a loro» o una cattedra, mentre Cioran, che con l’assoluto ha fatto a pugni fino alle lacrime, non è mai salito in cattedra e ha pensato in piazza, in giardino, al mercato come i filosofi antichi che più ha ammirato, Socrate, Epicuro, Diogene, ma anche i pensatori moderni come Machiavell­i, Pascal, Leopardi. «In fondo — disse una volta — tutti i miei libri sono autobiogra­fici, ma di un’autobiogra­fia mascherata».

Può darsi sia una biografia mascherata anche il libro di Vincen- zo Fiore Emil Cioran. La filosofia come de-fascinazio­ne e la scrittura come terapia (Nulla Die) che in coda pubblica una lettera inedita a Vasco Szinetar. Certo è uno studio ben fatto e mette in luce l’anima antiprofet­ica di Cioran che detestava Heidegger, «impostore del linguaggio».

Cioran non digeriva i falsi profeti che credono di essere Dio. La cosa più ardua è abbattere gli idoli senza rimpiazzar­li con altri idoli. Marx si batté contro le ideologie e creò l’ideologia. Freud contro i tabù e creò l’ossessione sessuale, perfino Nietzsche, che filosofò col martello, s’inventò il superuomo. Cioran ha abbattuto idoli senza crearne nuovi perché sapeva che voler su- perare la condizione umana equivale a dimenticar­e che l’uomo fa già fatica a reggere la sua natura.

Potrà apparire strano, ma Cioran, vale a dire uno che, come disse una volta Prezzolini di se stesso, non credeva in niente e per niente e su niente, ti può riconcilia­re non solo con l’inconvenie­nte della nascita, ma persino con gli uomini senza qualità che ti vogliono migliorare la qualità dell’esistenza, come se la vita fosse un aperitivo o un antipasto. Perché? Forse, perché non fu sfiorato dalla tentazione metafisica e sapeva, come quel maligno di Carnap, che i metafisici in fondo sono musicisti senza talento.

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