I Delta V: «Ritorno elettropop per non inaridirci»
Carlo Bertotti e Flavio Ferri sono stati compagni di banco al liceo prima di diventare la coppia fondatrice dei Delta V. Caratteri e personalità diverse da cui sono nati cinque album, ma anche un celebre tour con Ornella Vanoni e le rivisitazioni da hit parade di brani cult del passato come «Se telefonando» e «Un’estate fa».
«Ci eravamo fermati perché non avevamo più niente da dire. Tirare a campare non è mai stato nei nostri piani», esordisce Bertotti. Ora, dopo 12 anni di silenzio e di percorsi alternativi (Flavio era volato in Spagna e Carlo aveva seguito l’altra sua grande passione, quella di videomaker), arriva un singolo «Domeniche di agosto» che arriva oggi in radio e anticipa ufficialmente il nuovo disco di una delle band figlie degli anni Novanta.
«Siamo tornati intanto per noi, perché avevamo voglia di fare una musica che ci piace e che in giro non sentivamo più. Dall’esigenza di ascoltare cose in cui riconoscersi», continua Bertotti. La grande novità è la voce di Marti (Martina Albertino), la nuova cantante entrata nella band: «Avevo sentito dei brani e ho provato a cantarli perché mi piacevano. Loro cercavano una cantante e dopo un po’ incominciavo a essere gelosa delle altre». Chiamatelo synthpop, elettropop... «Comunque una musica che negli anni si è evoluta. È cambiato soprattutto il contesto intorno. Ci sentiamo come astronauti andati in missione che tornano sulla Terra. L’atterraggio è inevitabilmente brusco, ma ne valeva la pena».
Perché c’è stato il boom del rap. Poi diventata trap nel nome del dio auto-tune. «C’è un’inguaribile tendenza ad auto-clonarsi. Sta succedendo anche alle nuove band indie. Appena una cosa funziona tutti la copiano, così c’è il rischio fondato di inaridirsi». Il nuovo disco dei Delta V è volutamente denso: «Per questo i giovani ci vedono come un gruppo adult-oriented». Negli anni è rimasta intatta la passione per il contorno visivo: «Mi cibo di colonne sonore, attingo per campionare suoni. Musica e immagini sono complementari».
L’ultimo esempio è «Il cielo che cambia colore», il brano lanciato via social a chi li ha aspettati durante questi anni. È stato girato in Liguria in una fabbrica appena chiusa. «Abbiamo voluto conoscere le persone che ci lavorano, capire il tessuto sociale. Sono tornate a galla le storie dei nostri genitori, mio padre lavorava alla Fiat. Fra meccanica ed elettronica, abbiamo ritrovato i nostri meccanismi».