Juve, Barça, City: quando la panchina è come un caveau
La riserva aurea è di 300 milioni per squadra: tante opzioni, ma anche esclusioni eccellenti in vista
Per chi, come la Juve, su una panchina ci è nato (quella di Corso Re Umberto a Torino) il problema è relativo. Però la panchina dei bianconeri e quelle delle altre grandi d’europa fanno paura. Agli avversari e ogni tanto, almeno per un attimo, anche agli allenatori che devono decidere chi sta fuori, chi gioca un pezzo di partita e chi può risolvere molti problemi in poco tempo. Allegri ha già messo mano alla riserva aurea contro il Chievo, pescando un jolly da tre punti come Bernardeschi, che è stato pagato 40 milioni una stagione fa e adesso ne vale almeno una decina di più. Oltre all’azzurro sono entrati anche Mandzukic e Can. E se si sommano le valutazioni di mercato degli altri giocatori che sedevano a Verona all’esordio, operazione che ha fatto la Gazzetta dello Sport, si arriva a un valore di 282 milioni: più che a una panchina, quella dei campioni d’italia, assomiglia a un caveau. Che va valorizzato e allo stesso tempo andrà protetto da scricchiolii e musi lunghi.
Già domani con la Lazio Allegri potrebbe prendere qualche lingotto e lucidarlo, per metterlo al servizio di Cristiano Ronaldo: in fin dei conti il centrocampo a 2 gli costò una mezza figuraccia un anno fa in Supercoppa proprio contro la squadra di Inzaghi e nelle sfide successive Max ha sempre aggiunto un uomo in più nel mezzo: in panchina ci sono Matuidi e Can, ma in avanti rischia il posto uno tra Dybala e Cuadrado, con Mandzukic che scalda i motori. Del resto prima o poi toccherà quasi a tutti saltare un turno e sedersi in una panchina così è meno doloroso.
Anche se la riserva della Juve non è quella più lussuosa d’europa: quella dell’ultima partita del Barcellona batte infatti tutti i record e vale più
Coutinho
Il rincalzo più costoso della prima partita è Coutinho, 160 milioni a riposo per i blaugrana
della squadra titolare. In questo caso la cifra non è teorica, cioé basata sul valore di un’eventuale rivendita dei giocatori. Ma reale: per gl 11 scesi in campo il Barça ha speso negli anni 290 milioni, per quelli che aveva in panca 299. Certo, la presenza di Coutinho (160 milioni) contribuisce per più della metà, ma anche Vidal (19), Arthur (31), Malcom (41), Lenglet (35) e Cillessen (13) ricordano almeno tre cose: che la mitica cantera non produce più giocatori, che i prezzi sono saliti alle stelle e che i soldi incassati un anno fa dalla vendita di Neymar al Psg (225 milioni) sono stati tutti reinvestiti. Non a caso nel discorso ai tifosi nella sua prima serata da capitano al Camp Nou, lo ha detto anche Leo Messi: «Puntiamo alla Champions, i nuovi acquisti ci saranno di grande aiuto».
Il City di Guardiola alla seconda di campionato aveva una panchina costata 297 milioni (con Bravo, Mahrez, Sané, Otamendi, Sterling e il prodotto del vivaio Foden), a riprova che i soldi messi nel mercato dal Psg e lo stesso City hanno pesantemente «drogato» il mercato. E trasformato le panchine in gioiellerie. Da esibire e utilizzare con orgoglio, ma da maneggiare con una certa cura.