«Scaricabarile su di me»
Il capo della Commissione rimosso
Architetto Ferrazza, fonti del ministero delle Infrastrutture sostengono che lei, come Provveditore alle opere pubbliche, era il solo che, sentiti gli enti locali, avrebbe potuto provvedere a limitazioni del traffico sul viadotto Morandi, considerati i rischi della struttura. È così?
«Vabbè, fonti del ministero... scaricabarile. Si chiama dignità, merce rara di questi tempi. Mi vengono attribuiti questi poteri, vedremo. Io sostengo una tesi diversa ma che lo sostenga io è del tutto ininfluente. Passerò comunque la serata a rileggermi i testi sull’argomento. A me risulta di non avere questi poteri, però posso sbagliarmi».
Giornate nere per Ferrazza. Il ministero l’ha sollevato dall’incarico di presidente della Commissione ispettiva sul disastro di Genova. Problemi di incompatibilità, per via di quel parere sottoscritto il primo febbraio in qualità di presidente del Comitato tecnico amministrativo (Provveditorato) al progetto esecutivo di rafforzamento dei tiranti della struttura. Progetto presentato da Autostrade per l’italia ma mai realizzato perché il ponte è crollato prima.
Cosa le ha scritto il ministero?
«Comunicati ufficiali non ne ho avuti ma la volontà è ovvia, lo capirebbe anche un sordo. Così ho mandato io una mail a due distinti uffici del ministero. Al di là dei risvolti tecnici, ci sono delle cose da fare. Io posso farmi anche
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Io dovevo chiudere il ponte al traffico? Non mi risulta, ma controllerò le norme
da parte come presidente della Commissione, esco da lì, mi astengo da qualsiasi provvedimento in cui sia chiamato a intervenire come presidente. Ma ci sono da fare degli atti tecnici che erano stati concordati per le vie brevi con gli enti locali. Mi sono preoccupato di questo. Per il resto verrà nominato un sostituto e io rimango nelle funzioni di Provveditore».
Cosa doveva fare esattamente come presidente della commissione ministeriale?
«Mi sono riletto l’atto d’incarico. Noi dobbiamo solo raccontare cosa è successo, desumendolo da atti fatti da terzi. Una ricostruzione dell’accaduto. È ancora meno di un’attività di accertamento. Il nostro compito è solo quello di riferire al ministro».
L’ingegner Antonio Brencich, anche lui membro della commissione ministeriale e firmatario in qualità di relatore del documento sul ponte Morandi, si è dimesso. Vi siete sentiti? Le ha scritto?
«Mi ha comunicato le sue dimissioni».
E lei, che non sapeva ancora della revoca, cosa gli ha detto?
«Liberi tutti».
Che conseguenze avrà tutto questo?
«Brencich ha fatto da relatore in quel Comitato e lo spirito dei nostri relatori è quello di partecipare sotto la loro responsabilità. Ora sanno che corrono seri rischi, visto che sono senza coperture assicurative e possono contare solo sul loro stipendio».
Preoccupato?
«Per quello che ho fatto io,
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Il silenzio del ministero Comunicati ufficiali dal ministero non ne ho avuti ma la volontà è ovvia
rispondo tranquillamente. Spero si sentano tranquilli anche gli altri colleghi. La cosa peggiore è coinvolgere persone che fanno molto di più del loro dovere. Forse in futuro avrò dei problemi a trovare i componenti delle commissioni per l’esame dei progetti che verranno. Tenga conto che per noi questo è un compito istituzionale».
Provveditore, lei ha fretta di salutarci, nient’altro?
«Solo una constatazione: fino all’altro giorno la questione maggiore era l’impeachment di Trump. Adesso c’è anche l’impeachment di Ferrazza».