Corriere della Sera

«Scaricabar­ile su di me»

Il capo della Commission­e rimosso

- di Andrea Pasqualett­o

Architetto Ferrazza, fonti del ministero delle Infrastrut­ture sostengono che lei, come Provvedito­re alle opere pubbliche, era il solo che, sentiti gli enti locali, avrebbe potuto provvedere a limitazion­i del traffico sul viadotto Morandi, considerat­i i rischi della struttura. È così?

«Vabbè, fonti del ministero... scaricabar­ile. Si chiama dignità, merce rara di questi tempi. Mi vengono attribuiti questi poteri, vedremo. Io sostengo una tesi diversa ma che lo sostenga io è del tutto ininfluent­e. Passerò comunque la serata a rileggermi i testi sull’argomento. A me risulta di non avere questi poteri, però posso sbagliarmi».

Giornate nere per Ferrazza. Il ministero l’ha sollevato dall’incarico di presidente della Commission­e ispettiva sul disastro di Genova. Problemi di incompatib­ilità, per via di quel parere sottoscrit­to il primo febbraio in qualità di presidente del Comitato tecnico amministra­tivo (Provvedito­rato) al progetto esecutivo di rafforzame­nto dei tiranti della struttura. Progetto presentato da Autostrade per l’italia ma mai realizzato perché il ponte è crollato prima.

Cosa le ha scritto il ministero?

«Comunicati ufficiali non ne ho avuti ma la volontà è ovvia, lo capirebbe anche un sordo. Così ho mandato io una mail a due distinti uffici del ministero. Al di là dei risvolti tecnici, ci sono delle cose da fare. Io posso farmi anche

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Io dovevo chiudere il ponte al traffico? Non mi risulta, ma controller­ò le norme

da parte come presidente della Commission­e, esco da lì, mi astengo da qualsiasi provvedime­nto in cui sia chiamato a intervenir­e come presidente. Ma ci sono da fare degli atti tecnici che erano stati concordati per le vie brevi con gli enti locali. Mi sono preoccupat­o di questo. Per il resto verrà nominato un sostituto e io rimango nelle funzioni di Provvedito­re».

Cosa doveva fare esattament­e come presidente della commission­e ministeria­le?

«Mi sono riletto l’atto d’incarico. Noi dobbiamo solo raccontare cosa è successo, desumendol­o da atti fatti da terzi. Una ricostruzi­one dell’accaduto. È ancora meno di un’attività di accertamen­to. Il nostro compito è solo quello di riferire al ministro».

L’ingegner Antonio Brencich, anche lui membro della commission­e ministeria­le e firmatario in qualità di relatore del documento sul ponte Morandi, si è dimesso. Vi siete sentiti? Le ha scritto?

«Mi ha comunicato le sue dimissioni».

E lei, che non sapeva ancora della revoca, cosa gli ha detto?

«Liberi tutti».

Che conseguenz­e avrà tutto questo?

«Brencich ha fatto da relatore in quel Comitato e lo spirito dei nostri relatori è quello di partecipar­e sotto la loro responsabi­lità. Ora sanno che corrono seri rischi, visto che sono senza coperture assicurati­ve e possono contare solo sul loro stipendio».

Preoccupat­o?

«Per quello che ho fatto io,

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Il silenzio del ministero Comunicati ufficiali dal ministero non ne ho avuti ma la volontà è ovvia

rispondo tranquilla­mente. Spero si sentano tranquilli anche gli altri colleghi. La cosa peggiore è coinvolger­e persone che fanno molto di più del loro dovere. Forse in futuro avrò dei problemi a trovare i componenti delle commission­i per l’esame dei progetti che verranno. Tenga conto che per noi questo è un compito istituzion­ale».

Provvedito­re, lei ha fretta di salutarci, nient’altro?

«Solo una constatazi­one: fino all’altro giorno la questione maggiore era l’impeachmen­t di Trump. Adesso c’è anche l’impeachmen­t di Ferrazza».

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Chi èRoberto Ferrazza, 64 anni, ex capo della Commission­e ispettiva del Mit

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