Corriere della Sera

Ronaldo e Higuain Sfida a distanza

Febbre CR7 allo Stadium, Mandzukic e Dybala in pole

- di Carlos Passerini e Paolo Tomaselli

Tra le tante fortune dell’allenatore più invidiato d’italia c’è quella di giocare oggi contro una squadra che rispetto alla scorsa stagione ha cambiato un solo uomo, Acerbi per De Vrij al centro della difesa. La Lazio ha dato due lezioni ad Allegri, vincendo la Supercoppa e poi battendo la Juve allo Stadium dopo 41 partite. L’allenatore della Juve è fortunato perché conoscere così bene (e temere così tanto) il proprio avversario lo aiuta nelle scelte: «Ma le scelte — ricorda lui — sono impopolari...».

Impopolare, ma fondamenta­le per trovare più equilibrio, sarà lasciare fuori almeno due, se non tre, fra Dybala, Douglas Costa, Mandzukic, Cuadrado e Bernardesc­hi. Cristiano Ronaldo è l’unica certezza lì davanti «ma in futuro pure lui potrà andare in panchina...» osserva Max, non troppo convinto. Però ci sarà tempo per parlarne: adesso c’è una Juve da costruire attorno al totem che viene esposto per la prima volta allo Stadium, con i biglietti esauriti in un giorno e un’eccitazion­e collettiva che invece di diminuire, aumenta. Come l’attesa per il primo gol ufficiale del portoghese. Nel frattempo il titolo Juve vola in Borsa a 1,024 euro per azione, con capitalizz­azione record, sopra il miliardo: anche questa è una prima volta.

Il punto di partenza per cucire l’abito migliore addosso ai muscoli di Ronaldo sembra quello di tornare all’utilizzo di tre centrocamp­isti, perché Pjanic e Khedira — e la fase difensiva in genere — hanno sofferto contro il Chievo . Matuidi sembra pronto per tornare sul centro-sinistra e tenere sotto stretto controllo i lavori in quella zona del campo, prediletta da Ronaldo. Da quella parte starà fuori Douglas Costa «che gli copre un po’ di spazio», come ricorda l’allenatore? Probabile. «Vero che ogni tanto mi piace fare delle cose stravagant­i — sorride Allegri — ma la semplicità è la cosa migliore, anche se la più difficile, me ne rendo conto». Il massimo della semplicità potrebbe essere aggiungere un centrocamp­ista e togliere un attaccante, con un 43-3 in cui sia Dybala a destra, che Mandzukic al centro, giochino con Ronaldo «perché lo

Com’è allenare Cristiano? Spesso quando tira prende la porta...

La vittoria al 93’ ci ricorda che dobbiamo tenere le antenne dritte

possono fare». In particolar­e il croato, riferiment­o in mezzo, stile Benzema nel Real.

L’idea di stare in panchina nella prima torinese di Ronaldo (e pure di Bonucci «che i tifosi devono trattare come tutti gli altri giocatori» sottolinea Allegri) non piace a nessuno. L’ultima volta che Cristiano si è fatto vedere da queste parti ha segnato la celebre rovesciata in Champions: «In quel momento è scattato qualcosa tra lui e il pubblico della Juve, che ha contribuit­o alla sua scelta di venire qui —. Come è allenarlo? Spesso quando tira, prende la porta...» gigioneggi­a Max, che poi torna serio: «La vittoria al 93’ col Chievo in rimonta ci ricorda che dobbiamo stare con le antenne ben dritte e rispettare sempre l’avversario».

Anche perché il telefono della Lazio, dopo l’anomala intercetta­zione del dialogo Lotito-inzaghi, non piange più: «Col presidente — dice il tecnico laziale — ci siamo fatti una risata». Nella classifica dei più invidiati però lui è ancora a zero punti.

Impegno Lazio Oggi la sfida contro la Lazio di Inzaghi che ha fatto pace con Lotito «Fatti una risata»

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Fenomeno Cristiano Ronaldo, 33 anni, 118 gol con lo United e 451 con il Real Madrid (Getty Images)

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