Corriere della Sera

Il ritorno da favola di Tissi alla Scala

Tissi, la star italiana del Bolshoi «Danzerò di nuovo alla Scala Ma oggi sono un altro: due anni a Mosca valgono come dieci»

- di Valeria Crippa

Il ritorno a casa. Dopo due anni al Bolshoi di Mosca, la star italiana Jacopo Tissi lascia la Russia per esibirsi in Italia, alla Scala di Milano. «Sarà una fortissima emozione ballare di nuovo nel teatro dove sono cresciuto — ha detto il solista originario di Pavia —, due anni a Mosca valgono come dieci, oggi sono un altro».

Da giovanissi­ma promessa a star. Il successo per Jacopo Tissi è un ascensore in vertiginos­a salita. Sono bastati meno di due anni a questo rampante 23enne dal viso d’angelo, originario di Landriano, Pavia, per coronare un sogno bello e impossibil­e: entrare a fare parte dell’esclusiva cerchia dei nomi più quotati del Balletto del Bolshoi, dopo esservi stato assunto, primo italiano nella storia della prestigios­a compagnia.

Nell’imminente tour alla Scala della leggendari­a compagnia russa, assente dal tempio milanese da 11 anni, è stato scelto per interpreta­re il ruolo principale maschile di Solor nella Bayadère di Yuri Grigorovic­h (da Petipa) in coppia con la diciannove­nne Alyona Kovalyova, nel terzo cast, in scena il 10 settembre, che segue i primi due cast di big indiscussi, tutti étoile, la diva Svetlana Zakharova con Denis Rodkin (ai quali è affidata l’inaugurazi­one del 7), Olga Smirnova con Semyon Chudin. Dall’11 al 13, il Bolshoi presenterà un secondo programma, la Bisbetica domata neoclassic­a che il francese Maillot ha creato per la compagnia.

Per Tissi, che nel mese di luglio ha incassato una nuova promozione al rango di «solista principale» (gli manca quindi un solo scatto nell’organigram­ma per essere étoile), è un’ulteriore investitur­a da parte del direttore del ballo Makhar Vaziev che già l’aveva lanciato quando era alla guida del Balletto della Scala. Sono passati appena due anni da quando, nel settembre 2016, Jacopo aveva annunciato di aver deciso di lasciare la Scala, dove figurava come «aggiunto» pur interpreta­ndo ruoli da solisti, per volare a Mosca ed entrare in compagnia. È quindi un ritorno da vincitore alla Scala, alla cui scuola si è diplomato con il massimo punteggio.

Le fiabe, dunque, esistono anche nella vita, non solo nei balletti. Che effetto le fa pensare di calcare di nuovo le tavole del Piermarini dopo due anni d’assenza?

«Sarà una fortissima emozione tornare nel teatro dove sono cresciuto, accostato a ballerini di questo livello. Peccato però non incrociare i miei ex colleghi scaligeri, visto che il Balletto della Scala sarà in tour in Cina dal 31 agosto. Oggi sono molto diverso dal Tissi che danzava alla Scala: due anni al Bolshoi valgono come dieci, dal punto di vista delle possibilit­à; in quest’ultima stagione ho affrontato dieci “prime” diverse con un ritmo intensissi­mo».

È la dimostrazi­one che la cosiddetta generazion­e degli «sdraiati» può emergere anche nelle situazioni più competitiv­e. Quale dote l’ha aiutata di più?

«Una combinazio­ne di carattere, voglia di fare, passione, ambizione. E un po’ di coraggio.

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Non solo favole Certo, la fortuna e le fiabe esistono, ma non bastano: servono anche passione e coraggio

Se penso al contesto piccolo da cui sono partito, la provincia di Pavia, per poi approdare a Mosca… È stato fondamenta­le il sostegno della mia famiglia, degli insegnanti, del direttore del ballo. I miei genitori vengono a vedermi ovunque».

La sua carriera ha avuto, dall’inizio, un’anima russa, dai maestri che l’hanno seguita al debutto alla Scala in coppia con la Zakharova nella «Bella Addormenta­ta» di Ratmansky. Si sente un predestina­to?

«Certo, la fortuna aiuta, ma non basta. Bisogna saper cogliere le occasioni, poi c’è solo concretezz­a dell’impegno costante. Un po’, al destino credo: ho scoperto la danza a cinque anni guardando in television­e il Lago dei Cigni: sembrava soltanto un gioco, invece è stata la folgorazio­ne che ha segnato la mia vita».

È alto quasi 1 metro e 90. Come gestisce il corpo per affrontare rapidità e potenza nei passi più virtuosist­ici?

«Con l’allenament­o intensivo che affronto in teatro ogni giorno, ma devo stare attento a non sovraffati­care il corpo. Due volte alla settimana integro la danza con gli allenament­i in palestra soprattutt­o per potenziare il busto. Alla Scuola della Scala sono cresciuto guardando, come modello, a Roberto Bolle, a cui mi dicono assomiglio fisicament­e. Oggi, ho assimilato lo stile russo e ballo in modo diverso da lui».

Dalla Russia non solo onori: in quanto ballerino del Bolshoi le è stato negato il visto per ballare a New York con Olga Smirnova…

«Abbiamo compilato tutti i moduli per i documenti, sembrava tutto a posto. Alla fine non si è capito a chi dare la colpa».

 ??  ?? La prima ballerina del Bolshoi, Evgenia Obraztsova, 34 anni, con l’italiano Jacopo Tissi, 23, che dopo due anni a Mosca ritornerà alla Scala
La prima ballerina del Bolshoi, Evgenia Obraztsova, 34 anni, con l’italiano Jacopo Tissi, 23, che dopo due anni a Mosca ritornerà alla Scala
 ??  ?? Sui socialIl ballerino Jacopo Tissi è molto attivo su Instagram, in cui racconta la vita privata e profession­ale. Il suo profilo è seguito da oltre 10 mila persone
Sui socialIl ballerino Jacopo Tissi è molto attivo su Instagram, in cui racconta la vita privata e profession­ale. Il suo profilo è seguito da oltre 10 mila persone

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