Toti commissario, il giallo dei poteri
Il governatore gestisce l’emergenza, ma il governo potrebbe anche fare un’ulteriore nomina per la ricostruzione
ROMA Una «legge speciale» per Genova, un «commissario straordinario» che si occupi della ricostruzione, delle iniziative per risollevare una città colpita, delle aziende in crisi, delle attività ferme, del porto in sofferenza. Provvedimenti che hanno chiesto in tanti dopo la tragedia del crollo del ponte Morandi, ma che finora non hanno ancora visto la luce.
Chi e come ricostruirà il ponte? In che tempi? Con quali finanziamenti, e assieme a quali altre infrastrutture che aiutino la città ferita a risollevarsi? È ancora impossibile da dire, perché si attende il piano del governo che dovrà arrivare per legge, o per decreto, ma del quale ancora non si hanno anticipazioni. E anche per nominare un eventuale commissario che gestisca la fase della ricostruzione serve una legge ad hoc. Dell’ipotesi di «due commissari», uno per l’emergenza e uno per la ricostruzione, ha parlato lo stesso premier Conte, ma al momento tutto sembra fermo. Sanno poco anche nei ministeri che hanno competenza in materia, come quello dei Trasporti. Ancora ieri, nulla risultava al dicastero del ministro Toninelli né sulla nomina di un commissario speciale, né sulle deroghe degli appalti né su qualsiasi altro provvedimento fuori da quelli previsti per stretta emergenza.
Emergenza della quale invece si occupa in prima persona il governatore della Liguria, Giovanni Toti. A lui è stato infatti conferito lo scorso 20 agosto l’incarico di Commissario delegato all’emergenza e di lui si era subito parlato come possibile responsabile della fase successiva. Lo aveva chiesto Forza Italia, sembrava una via tracciata, ma oggi la situazione appare ferma. Non che la cosa preoccupi il presidente della Regione, secondo il quale «al momento» non c’è il bisogno di leggi speciali né di un commissario ad hoc, per i quali servirà «una convergenza politica» ancora da trovare e mettere a punto. Non c’è infatti, assicura Toti, nessuna «interlocuzione» sul punto, bisognerà capire quali sono le intenzioni del governo e come vorrà operare, ma una cosa è certa: «Lo stato e le Regioni hanno legislazione concorrente in queste materie, quindi andrà trovata un’intesa. Un commissario speciale? Bisognerà capire se è una figura che serve davvero o se rischia di diventare perfino una complicazione, visto che già agisce la Regione, il commissario per l’emergenza, la protezione civile... Vedremo». Come a dire, qualunque strada si scelga, non si potrà agire scavalcando il presidente della Regione.
In ogni caso, assicura Toti, già i poteri che gli sono stati conferiti sono ampi per affrontare l’emergenza e prendere provvedimenti essenziali per la città: aprire cantieri, derogare al codice degli appalti, chiedere distacco di personale dalla pubblica amministrazione, la gestione dei rifiuti, modifiche della viabilità, espropri sono tutti atti che il suo ruolo di commissario gli permette di compiere, come naturalmente la distribuzione delle case agli sfollati che è già in corso. Stanziamenti, nuovi lavori, finanziamenti potranno poi essere inseriti nella Finanziaria, che viene considerata lo strumento principe per operare, indipendentemente da una «legge speciale regionale per la Liguria».
Che invece sarebbe utile per permettere la costruzione di opere pubbliche strategiche non direttamente legate all’emergenza, o di adottare provvedimenti fiscali speciali, magari per favorire il trasporto delle merci su treni e non sulle autostrade, o diverse tariffe doganali per il transito al porto.