Corriere della Sera

L’ex 007 voluto da Toninelli tra gli ispettori «Io incompeten­te? No, sono un esperto»

Mortellaro, per 20 anni al Sisde, fu parte civile nei processi contro «la cricca» di Balducci e Anemone

- Fabrizio Caccia

«Ma chi ha detto che non mi sono mai occupato di ponti? Altroché se me ne intendo, sapeste quante volte per lavoro sono andato a vedere di persona se reggevano oppure no...», dice al telefono il professor Alfredo Principio Mortellaro, 66 anni, agli amici più cari che lo chiamano per congratula­rsi. Ma non c’è tempo da perdere e così l’ingegnere campano di Boscotreca­se, laureato al Politecnic­o di Torino nel 1980, ieri ha già cominciato a lavorare sulle carte del ponte Morandi.

Sorpreso in vacanza con la moglie e le due figlie in Puglia, nella tenuta di famiglia, dall’improvvisa chiamata del ministro delle Infrastrut­ture M5S Danilo Toninelli a far parte della commission­e d’inchiesta sul crollo di Genova, Mortellaro è cauto: «Nomina ufficiosa, eh?, non ufficiale, aspettiamo almeno lunedì», raccomanda prudenza agli amici al telefono.

Fino a ieri dirigente di seconda fascia del Consiglio superiore dei lavori pubblici (con uno stipendio di 68 mila euro lordi l’anno), l’ingegnere entra a far parte dunque della commission­e ministeria­le dopo la revoca del presidente Roberto Ferrazza e le dimissioni del professor Antonio Brencich.

«Mortellaro? Un gentleman d’altri tempi», lo descrive così l’avvocato Daniela Ceci, che ha combattuto al suo fianco in questi ultimi tre anni nel processo a quella che fu chiamata «la Cricca», formata dal grand commis delle opere pubbliche Angelo Balducci, dal costruttor­e romano Diego Anemone e dal generale della Finanza ora in pensione Francesco Pittorru (ex Sisde e Aisi), tutti condannati in primo grado nel febbraio scorso.

L’ingegner Mortellaro si costituì parte civile nel dibattimen­to, sostenendo di essere stato epurato nel 2006 dal Sisde — il vecchio servizio segreto civile dove aveva lavorato per più di 20 anni con incarichi di prestigio — proprio al fine di permettere il dilagare degli appalti e delle tangenti anche per i lavori nelle sedi dell’intelligen­ce: «Tra l’ottobre 2004 ed il marzo 2005 — testimoniò davanti ai magistrati di Perugia — tutto viene ricondotto sotto la gestione del generale Pittorru. Ricordo che in quel periodo il prefetto Mori (il generale Mario Mori, all’epoca capo del Sisde, ndr) ebbe modo più volte di esprimere giudizi negativi su Balducci che aveva, a suo dire, lavorato in modo non regolare. Mori ci diceva che voleva mandarli tutti in galera, poi da un giorno all’altro cambiò opinione...».

Impavido, Mortellaro: «Pronto a combattere contro tutto e tutti per far trionfare la verità, rigido, fiscalissi­mo, uno che non si fa corrompere da nessuno, un gran rompiscato­le ma che proprio per questo si fa amare...», continua l’avvocato Daniela Ceci che per lui stravede.

Quando era al Sisde e gestiva tutto il settore della logistica e della motorizzaz­ione, fu anche insignito del titolo di Cavaliere al merito della Repubblica dall’allora presidente Oscar Luigi Scalfaro. Era la fine del 1996. Dieci anni dopo, epurato dal Sisde, ecco che l’ingegnere viene trasferito («una punizione anche dal punto di vista dello stipendio...», chiosa sempre l’avvocato Ceci) al Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, dove inizia a occuparsi di sicurezza stradale, verifiche nelle gallerie e negli impianti antincendi­o. «Ha anche lavorato al collaudo di opere come il Terzo Valico», sottolinea ora il ministero. Nell’ottobre scorso, poi, gli è arrivata pure la nomina a dirigente dell’ufficio che vigila sulle concession­i autostrada­li, con il compito di supervisio­nare i piani tariffari e gli investimen­ti a carico dei privati. Il dossier Autostrade, perciò, lo conosce bene. «Quest’incarico, per lui, è una grande rivincita — conclude l’avvocato Ceci —. Se lo merita e farà bene. Se si mette in testa una cosa, Mortellaro, va fino in fondo».

Lavori pubblici Epurato dai servizi segreti, era dirigente al Consiglio superiore dei lavori pubblici

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