Il marsupio funky di Syria, «squadra che vince non si cambia»
La nuova capsule di Cromia disegnata dalla cantante. Sergio Sciamanna: la precedente è andata subito sold out
«Era inevitabile tornare a lavorare con Syria dopo il successo della sua prima collezione, andata sold out alla velocità della luce». Sa che non si cambia la squadra che vince Sergio Sciamanna, amministratore unico di Laipe, azienda di pelletteria di Tolentino nata nel 1963 (il business erano le agende) e trasformata da suo padre Germano in realtà industriale, anche grazie alla collaborazione con grandi case di moda: a partire da Gianni Versace che, nel 1981, gli affida tutta la produzione degli accessori in pelle da donna. Raggiunti traguardi economici importanti (34,7 milioni il fatturato del 2017, di cui oltre la metà realizzato oltre confine) punta ora sulla crescita del suo brand Cromia, creato nel 2003. Tante le collaborazioni negli ultimi anni: dall’influencer Erika Boldrin all’illustratore/stilista Amedeo Piccione, per arrivare a Cecilia Cipressi, ovvero Syria, che torna a disegnare la nuova capsule Turn up per l’autunno/inverno 2018-2019, in vendita da settembre.
«Le abbiamo chiesto — spiega Sciamanna — di trasportare il suo stile funky nel mondo di Cromia, reinterpretando l’accessorio Anni 90 per eccellenza, il marsupio. Un classico (ripescato anche dai big brand) che nella versione della cantante è diventato una waist bag in cui le maxi righe bianche e nere dall’effetto optical si mescolano alle tinte preziose dell’oro». Un accessorio creato secondo i parametri artigianali del brand, che mescola la manualità dei suoi artigiani (l’80% di sesso femminile) alle evoluzioni dell’industria 4.0. «In alcune fasi — spiega Sciamanna — è possibile conciliare questi due universi, soprattutto per rendere più veloci alcuni passaggi. Anche se per molti prodotti il valore aggiunto resta ancora la mano dell’uomo: praticamente insostituibile». «Fino a qualche anno fa — riprende l’imprenditore — era difficilissimo trovare apprendisti. Per questo, oltre che in tecnologie, abbiamo investito in un vivaio di nuove leve all’interno dell’azienda. Non è raro, infatti, che ora siano le stesse madri ad insegnare il proprio lavoro alle figlie». «Da buoni marchigiani — conclude — siamo più abituati a fare piuttosto che a spiegare. Anche se, tra i prossimi passi, c’è la voglia di raccontarci sui social».