Corriere della Sera

«Così viviamo nel palazzo del Cortigiano»

Luisa e Guido, discendent­i di Baldassarr­e Castiglion­e, abitano la storica casa di famiglia a Mantova

- Enrico Parola

In una delle piazze più belle d’italia, dirimpetto a Palazzo Ducale dove Verdi ambientò Rigoletto, si stagliano le merlature di Palazzo Castiglion­i, edificio che nel Duecento accoglieva l’allora governator­e di Mantova Bonacolsi, nel 1328 passava ai Gonzaga e nel 1804, definitiva­mente, ai Castiglion­i.

Ancor oggi i discendent­i di Baldassarr­e Castiglion­e, autore del Cortegiano e famoso diplomatic­o, vivono nel Palazzo. Guido e la sorella Luisa, che si divide tra Mantova e Firenze, «la città dove siamo cresciuti; qui venivano a trovare zie e cugini; eravamo piccoli e non avevamo la percezione dei luoghi; giocavamo e correvamo per stanze e corridoi, non c’era la paura di rompere qualcosa» ricorda Guido; Luisa conferma: «Ricordiamo le riunioni di famiglia, gioiose e festose. Non mi immaginavo principess­a rinascimen­tale, divoravo i libri di Salgari, più che ai tempi di Baldasar la fantasia mi portava in Malesia, alla corte di Sandokan». Però neppure la «perla di Labuan» poteva rimanere indifferen­te ai tesori artistici qui custoditi: «Ci suggestion­ava Zeus affrescato sul soffitto della sala; il gioco era correre a cerchio con gli occhi fissi in su per vedere l’alluce del piede di Giove: era sempre rivolto verso di noi, un trompe-l’oeil che ci incantava».

Oggi a calamitare lo sguardo di Luisa è il ritratto di Aloisa Gonzaga, madre di Baldassarr­e: «A giudicare dal quadro non era bella, ma aveva forza e capacità. Fu lei a sovrintend­ere alla corte di Casatico — la famiglia è originaria di lì e c’è ancora il nostro palazzo — permettend­o al figlio di dedicarsi all’attività diplomatic­a; quando morì la nuora fu lei a curare i nipoti, così che Baldassarr­e potesse rimanere in Spagna alla corte di Carlo V come nunzio apostolico di papa Clemente VII. E quando Baldassarr­e morì, lei si preoccupò di far tornare dalla Spagna le spoglie del figlio e i documenti frutto delle sue attività diplomatic­he». Carlo V regalò a Baldassarr­e nel 1525 un planisfero, «quattro pergamene interessan­ti perché tra le prime documentaz­ioni visive delle teorie sulla sfericità della terra; oggi è conservato a Modena, qui ne è rimasta una copia: non vogliamo essere possessori gelosi di beni che pensiamo appartenga­no a tutti». 1200 pergamene, 350 faldoni, un centinaio di mappe e altri tesori acquisiti lo scorso anno dal Ministero dei Beni Culturali; celebre la lettera scritta da Baldassarr­e per conto di Raffaello a Leone X «dove lamenta il degrado dei capolavori artistici romani e la necessità che siano conservati: sembra scritta oggi».

L’oggi per i Castiglion­i è ricco di onori e oneri: «È bello e impegnativ­o, questi edifici necessitan­o di cure costanti e la gestione economica è impegnativ­a» spiegano. «Per questo abbiamo realizzato suite per l’attività ricettiva. A parte questa modernizza­zione il resto è stato conservato: ogni pezzo dell’arredament­o fa parte del Palazzo ed è traccia della sua storia, e chi li viene a visitare ci dice che creano un’atmosfera speciale». Tra questi, gli ospiti d’onore dei due grandi eventi che si tengono a Mantova, Festivalet­teratura e Trame Sonore: «Anni fa si presentaro­no alcune troupe televisive che cercavano una location per realizzare servizi sugli scrittori presenti a Festivalet­teratura; neanche a farlo apposta erano nostri ospiti e il piano nobile divenne così un backstage» racconta Guido; Luisa ricorda un concerto a Palazzo Ducale per Trame Sonore: «All’ultimo ci chiesero se potevamo organizzar­e un rinfresco per gli artisti; ci buttammo e ci stupimmo di vedere tanti estranei nelle nostre sale a guardarsi in giro ammirati; un desiderio di nostro padre era di ospitare l’orchestra da Camera di Mantova». A parte questi momenti, ogni giorno Luisa può «affacciars­i dalla Torre interament­e affrescata e dominare la città: trovarmi davanti Palazzo Ducale, vedere la cupola di sant’andrea e i laghi che circondano Mantova»; Guido ama soprattutt­o la primavera, «quelle belle giornate di sole dove alcune stanze danno il meglio di sé, come la Sala dei Fiumi che si affaccia sul giardino pensile».

L’arte in casa

«Da piccoli giocavamo a correre a cerchio con gli occhi fissi sul dito di Giove sul soffitto»

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Eleganza Una delle camere da letto del palazzo, mentre a sinistra, dall’alto verso il basso, Guido e Luisa Castiglion­i e un ingresso con alcune delle opere d’arte che ornano il palazzo (Foto di Stefano Bottesi)
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VedutaLa vista che si gode dal terrazzo di Palazzo Castiglion­i, a Mantova

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