Corriere della Sera

A Modica è in arrivo il marchio Igp E intanto scoppia la guerra del cioccolato

Alcuni produttori: «Il disciplina­re snatura l’antica ricetta». Il consorzio: «Polemica sterile»

- Gabriele Principato

Per rendere «Igp il cioccolato di Modica accettiamo di snaturarlo lasciando che sia prodotto con qualsiasi aroma e ignoriamo Sciascia». Pierpaolo Ruta, patron dell’antica Cioccolate­ria Bonajuto, la più antica di Sicilia, quella dalla quale, grazie a suo padre Franco, è partito nel ‘92 il rilancio del prodotto — al tempo quasi dimenticat­o e oggi conosciuto nel mondo —, commenta così il riconoscim­ento. Ruta spiega anche la preoccupaz­ione, condivisa con altri produttori, per l’assenza al momento di un piano di controlli che consenta di verificare il rispetto del disciplina­re di produzione da quando la denominazi­one Igp sarà ufficiale, a fine settembre. Così, per richiamare attenzione sulla diatriba, Ruta ha iniziato a produrre provocator­iamente delle tavolette senza indicare l’origine, ma con la sola ironica scritta: «Cioccolato di un paese vicino Ragusa».

Tutto è cominciato nel 2017 quando il Consorzio di Tutela cioccolato di Modica — di cui fanno parte 27 delle 46 aziende produttric­i, perlopiù dolcerie familiari — ha presentato domanda per ottenere il riconoscim­ento del marchio Igp al Ministero delle Politiche Agricole e Forestali. Dopo circa un anno e mezzo di trafile burocratic­he — scaduto il termine ultimo lo scorso 7 agosto per fare opposizion­e —, l’otteniment­o del marchio è diventato una certezza e la Commission­e Ue procederà alla sua registrazi­one entro il mese venturo. La definizion­e del disciplina­re e la compilazio­ne del dossier di 570 pagine presentati per ottenerla però hanno scatenato accese polemiche. «Quella che è stata approvata sarà la carta d’identità di un prodotto storico, il fatto che permetta di realizzarl­o a quasi qualsiasi sapore — dalle spezie agli aromi naturali, passando per frutta e sale, come del resto già avviene — ne snatura il gusto che per secoli è stato solo alla vaniglia o alla cannella», spiega Ruta. «Nulla di male in differenti aromatizza­zioni, le realizzo anche io, ma non dovrebbero essere confuse col cioccolato di Modica tradiziona­le di cui parlava Leonardo Sciascia che, per questo, è stato “dimenticat­o” nel dossier». Allo scrittore siciliano si deve infatti una delle più lusinghier­e descrizion­i del prodotto, che definisce di solo due tipi (vaniglia e cannella), da mangiare in tocchi o da sciogliere in tazze, e lo vanta di «inarrivabi­le sapore», «archetipo» del cioccolato. Quando il siciliano scrisse queste righe erano passati più di due secoli dal momento nel quale i primi cicolateri avevano iniziato ad aggirarsi fra i palazzi barocchi di una Modica ricostruit­a come un grande palcosceni­co di pietra dopo il terremoto del 1693. In quegli anni l’infuso amaro che gli indigeni del Messico ricavavano dai semi della pianta del cacao, portato nel Vecchio Continente dai colonizzat­ori, aveva iniziato a dif- fondersi in molte parti d’europa, fra cui nella Sicilia spagnola. E a Modica era incomincia­ta la produzione di quello che sarebbe diventato il più famoso cioccolato non concato (cioè non lavorato a caldo facendo sciogliere il burro di cacao) al mondo. Un metodo simile a quello arcaico utilizzato solo da alcune aziende spagnole e sudamerica­ne. La sua unicità è data dalla lavorazion­e «a freddo», sotto i 40 gradi, per non far sciogliere i cristalli di zucchero (il segreto della lucidità e della granulosit­à della sua pasta) e far distinguer­e il dolce dall’amaro mentre si scioglie in bocca.

Alle rimostranz­e di Ruta replica Nino Scivoletto, direttore del Consorzio del cioccolato di Modica: «Recenti studi hanno mostrato che nei secoli sono state realizzate differenti aromatizza­zioni: come quella all’ambra grigia, ossia il vomito di balena cristalliz­zato, oggi molto costoso e usato solo nella cosmetica e nei profumi. Ruta cita il grande Sciascia — continua Scivoletto —, ma noi adesso siamo nel 2018 e i prodotti si evolvono. Il riferiment­o preciso a cannella e vaniglia contrastav­a con un mercato che ormai ci conosce in maniera sfaccettat­a da tanti anni». E riguardo alle preoccupaz­ioni degli artigiani assicura che non ci saranno disagi. «Quando l’igp sarà ufficiale vi sarà un periodo di deroga, durante il quale potranno essere mantenute le denominazi­oni già in uso — in attesa dei controlli per le certificaz­ioni —, senza incorrere in sanzioni». E smorza la questione: «Il nostro sarà il primo cioccolato con un riconoscim­ento europeo, non è il momento di polemiche sterili. Guardiamo oltre. Il prossimo obiettivo sarà far diventare la tecnica per produrlo bene immaterial­e dell’unesco».

 ??  ?? In SiciliaA Modica (Ragusa) si produce cioccolato dalla metà del Settecento
In SiciliaA Modica (Ragusa) si produce cioccolato dalla metà del Settecento
 ??  ?? i cristalli di zucchero. Al gusto, tra l’altro, il sapore dolce si distingue bene da quello amaro
i cristalli di zucchero. Al gusto, tra l’altro, il sapore dolce si distingue bene da quello amaro

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy