Landini (Cgil): «Carte sul tavolo e partecipazione pubblica»
«Il ministro tolga subito il segreto sul parere dell’avvocatura e decida l’ingresso di Cdp nel gruppo»
Il vicepremier Luigi Di Maio dice: sull’ilva, «il tavolo sindacale, in mia presenza, deve andare avanti».
«No», risponde il segretario confederale Cgil, Maurizio Landini. «Il governo deve prima chiarire tre questioni: se c’è o no la vendita; se è Arcelormittal il compratore; rendere pubblico il parere dell’avvocatura. Altrimenti non può partire una vera trattativa fra azienda, sindacati e ministro, che finora non c’è stata».
Il 15 settembre scade il commissariamento dell’ilva. Alle sue condizioni difficile fare un accordo prima.
«Se c’è la volontà si può fare anche in 5 giorni. Ma il presupposto è che il governo si assuma le sue responsabilità, metta tutte le carte sul tavolo, visto che vuole essere il governo del cambiamento e della trasparenza, convinca l’acquirente a garantire l’occupazione, i diritti e le condizioni dei lavoratori e assicuri quello che per la Cgil sarebbe un punto importante del nuovo assetto proprietario, cioè una partecipazione pubblica attraverso la Cassa depositi e prestiti o un’altra soluzione».
Perché chiedete questo?
«Perché sarebbe un elemento di garanzia che investimenti industriali e ambientali vengano realmente fatti e i diritti dei lavoratori rispettati».
Non vi fidate?
«Non è questo. Una partecipazione di garanzia dello Stato serve perché parliamo di un settore strategico, la siderurgia».
Si allungherebbero i tempi.
«No, dipende dal governo. Se vuole, può fare subito. E ribaltare l’impostazione della trattativa, dove finora è stato dato un valore altissimo al prezzo di vendita e bassissimo alla tutela dell’occupazione. Invece, va garantito il lavoro a tutti i 14 mila dipendenti del gruppo e alle migliaia di lavoratori dell’indotto. E va assicurata l’assunzione mantenendo i diritti, a partire dall’articolo 18, così come va rispettato l’accordo di programma su Genova che, come è facile capire, si trova ora in una situazione ancora più delicata. Se finora non abbiamo raggiunto l’accordo non è perché aspettavamo un nuovo governo, ma perché le nostre richieste non sono state accolte».
La Fim-cisl propone mobilitazione la
«Valuterà la categoria nelle assemblee con i lavoratori. Ma le confederazioni non lasceranno soli i metalmeccanici. Oltre alla vertenza Ilva, ci sono centinaia di migliaia di lavoratori coinvolti dalle crisi industriali mentre gli ammortizzatori sociali sono in scadenza per molti di loro. Inoltre, dal governo aspettiamo le risposte su pensioni, fisco e manovra.
Gli investimenti
«Lo Stato un elemento di garanzia affinché gli investimenti vengano davvero realizzati»
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La mobilitazio ne proposta da Fim-cisl? Non lasceremo sole le tute blu