Sky cerca l’impresa: vincere tre Giri con tre uomini diversi
Dopo Froome e Thomas gli inglesi puntano su Kwiatkowski alla Vuelta: ma i big contro sono tanti
Nel ciclismo così tanti campioni e campionissimi rimandati a settembre per scarso rendimento non si vedevano da anni. Con un Giro d’italia (primo Froome) e uno di Francia (primo Thomas, terzo Froome) dominati dall’armata Sky, la Vuelta spagnola è l’ultima possibilità di salvare la stagione e guadagnarsi la promozione per il 90% per cento dei big delle due ruote, storditi dalla superiorità britannica e da guai fisici e psicologici. Promozione a pieni voti (e percorsi più facili verso il Mondiale) solo per Dumoulin (secondo in Italia e Francia) e i due capitani di Sky. Gli inglesi puntano comunque alla corsa spagnola, forti di un motto caro al boss Dave Brailsford: vincere tutto e non importa con quale atleta, per confermarsi, con un triplete da sogno, il Real Madrid del pedale.
Il designato per la gara che parte oggi da Malaga è Mikal Kwiatkowski, in sella ininterrottamente da febbraio e in costante mutazione di pelle: in origine uomo da classiche di un giorno (Sanremo, Mondiale), ora vola anche in salita e dopo tre settimane. Ha compagni obbedienti e coriacei: gli scalatori Henao e De La Cruz, che gioca da seconda punta, i tuttofare Puccio e Castroviejo, i talentuosi debuttanti Geoghegan Hart e Sivakov, l’olandese Van Baarle. Dovesse fallire, il polacco userebbe la Vuelta per preparare il Mondiale.
Tra i tanti «rimandati» che devono colmare il debito formativo spiccano i Movistar: dopo il forfait di Landa, gli spagnoli schierano gli assi Valverde (primo nel 2009) e Quintana, trionfatore nel 2016. Tra gli affondati del Giro partono con propositi di riscatto (e non pochi dubbi) Aru, Pinot e il sudafricano Meintjes. Tra chi è uscito deluso o delusissimo dal Tour sperano Uran, Zakarin, Mollema, Majka. La Mitcheltonscott schiera per la prima volta assieme i gemelli Yates: Simon che in Italia si è esaltato per poi crollare sul Colle delle Finestre, Adam che in Francia non si è mai visto in prima fila. La Bmc ha rimesso in sella Richie Porte che al Tour aveva lasciato una clavicola sul pavè della Roubaix, la Lotto Soudal il belga Tiesj Benoot, martirizzato nella quinta tappa, la Barhain il nostro Vincenzo Nibali, reduce dai noti misfatti dell’alpe d’huez.
Esclusi (e delusi) non mancano tra cacciatori di tappe e velocisti: al via il rissoso francese Bouhanni, in perenne litigio con la sua Cofidis, Nizzolo che non aveva trovato posto al Giro, Viviani non selezionato per il Tour, Trentin a riposo forzato in entrambe le corse e fresco campione d’europa. Tra i talenti azzurri in cerca di collocazione (o ridimensionamento) ci sono Brambilla e Felline. Obiettivo dei nostri, far meglio dello scorso anno quando Nibali fu secondo in classifica generale alle spalle di Froome (all’epoca avvolto dai fumi del salbutamolo) e vincemmo una tappa col siciliano e ben quattro con Trentin, che quest’anno dovrà vedersela con sua maestà Peter Sagan. Non sarà facile.