«Prima gli eritrei eravamo noi, ora vi restituiamo il favore» Così Tirana guarda alla Ue
Il ministro degli Esteri albanese: è un messaggio agli altri
MILANO «Quando gli eritrei eravamo noi, ventisei anni fa, voi italiani ci avete aperto le porte, ci avete ospitati in casa, ci avete dato da mangiare. Oggi vogliamo restituire, anche se in piccolo, quel favore accogliendo 20 profughi della nave Diciotti». Il ministro albanese degli Affari esteri Ditmir Bushati sintetizza così al Corriere la posizione del governo socialista guidato dal premier Edi Rama. E conferma quello che è il nuovo corso del Paese balcanico, passato in un quarto di secolo dall’essere un luogo di disperazione — con oltre un milione di albanesi fuggiti soprattutto verso Italia e Grecia dopo mezzo secolo di dittatura — a nazione dinamica e in attesa di giugno 2019 quando si dovrebbero avviare i negoziati per l’ingresso nell’unione europea.
Un Paese con una superficie poco più grande della Sicilia, una popolazione che sfiora i 2,9 milioni e un Pil cresciuto del 3,8% nel 2017. Uno Stato dove si trasferiscono sempre più persone, come calcola Instat (l’istituto nazionale di statistica): sono 12.906 gli stranieri con permesso di soggiorno, +3,1% sul 2016.
Un gesto, quello di Tirana, «che speriamo lanci un messaggio agli altri», aggiunge Bushati. Il capo della diplomazia albanese ha scritto su Twitter che il Paese «non può rimpiazzare l’europa». «L’immigrazione — ragiona durante la chiacchierata telefonica — ha bisogno di una risposta pan-europea, non si può lasciare affrontare al singolo Stato, ogni capitale deve fare la sua parte».
All’accordo con Roma si è arrivati dopo diversi colloqui tra le cancellerie dei due Paesi. Poi la telefonata tra Bushati e il collega italiano Moavero Milanesi. Nei prossimi giorni i funzionari albanesi e italiani si vedranno per organizzare il trasferimento e per decidere pure quali fondi utilizzare. Per ora si tratta di 20 rifugiati, ma Bushati non esclude possano essere di più. «Ovviamente sulla base delle nostre capacità, più di tanto non possiamo offrire», chiarisce.
Il gesto è un modo per Tirana di accelerare l’ingresso nella Ue? «Noi siamo pronti, ma ci preme di più lanciare il messaggio», replica Bushati. Che boccia l’idea di realizzare campi profughi in Albania. «Siamo contrari e il primo ministro Rama è stato chiaro: non sono la risposta giusta al fenomeno migratorio».