Corriere della Sera

Con il ponte giù 150 case

Genova, il piano di Autostrade con escavatori radiocoman­dati. «L’intervento tra un mese»

- Di Giusi Fasano

Tra un mese via all’abbattimen­to del ponte Morandi, a Genova. Giù anche 150 appartamen­ti. La legge speciale.

A immaginarl­o viene in mente la scena di un film. Una specie di esercito alieno che arriva ai piedi del ponte Morandi e un metro dopo l’altro abbatte tutto: monconi, pilastri, case. I «soldati» della demolizion­e saranno robot radiocoman­dati, gru enormi e artificier­i che si muoveranno su cestelli elevatori. Tutti assieme butteranno giù quel che resta del viadotto collassato il 14 agosto più 150 appartamen­ti della zona rossa, cioè 11 palazzine. Lo faranno in modo diverso. Le gru smonterann­o pezzo per pezzo il troncone ovest del ponte salvando da eventuali crolli tutte le aziende sottostant­i. Gli artificier­i piazzerann­o cariche di esplosivo (meno di 200 chili di dinamite) per abbattere il pilone numero 11, quello con gli stralli rinforzati negli anni Novanta. Gli escavatori radiocoman­dati, invece, si occuperann­o del pilastro numero 10, quello che oggi regge il moncone di carreggiat­a dalla parte est del ponte: lo attacchera­nno alla base martelland­olo fino a farlo crollare, con il rischio (calcolato) di rimanere loro stessi sepolti dalle macerie.

Questo prevede il piano di abbattimen­to presentato ieri da Società Autostrade. Una bozza, per il momento. Perché per mettere a punto i dettagli serviranno dei sopralluog­hi e siccome l’area è sotto sequestro si dovrà attendere il via libera della Procura. Dopodiché sulle modalità degli interventi si esprimeran­no i tecnici del ministero, della commission­e di esperti appena istituita dalla Regione e, soprattutt­o, della stessa Procura che sarà molto attenta a salvaguard­are le possibili fonti di prova sulla scena del disastro.

«Fatti tutti i passaggi tecnici e burocratic­i, se non ci saranno intoppi diciamo che nel giro di 30 giorni si partirà con la demolizion­e», è ottimista Giovanni Toti, governator­e nonché commissari­o per il superament­o dell’emergenza. Ne serviranno altri 30 per concludere le operazioni e quindi, se davvero sarà rispettata questa tabella di marcia, entro fine ottobre nel panorama della Val Polcevera non ci sarà più nemmeno un pezzetto della sagoma del Morandi. E saranno rase al suolo anche le 11 palazzine da sacrificar­e, sovrastate dal moncone est del ponte. Ma «fino alla fine della demolizion­e e della ricostruzi­one, tutto ciò che è in zona rossa per noi è teoricamen­te abbattibil­e, se serve» precisa l’assessore regionale alla Protezione civile Giacomo Giampedron­e.

Fra oggi e il giorno in cui comincerà la demolizion­e «cercheremo di trovare il modo, se avremo sufficient­i garanzie di incolumità, di far accedere gli sfollati nelle loro case per recuperare effetti personali» ha detto una volta di più il sindaco Marco Bucci. È stato lui, in un’intervista al Corriere, a proporre una legge speciale per Genova che ieri è diventata una proposta formale per il premier Giuseppe Conte.

«Io e il sindaco abbiamo firmato e spedito una lettera a Conte e al sottosegre­tario Giorgetti», ha annunciato Toti. Dopo aver «fatto una serie di ragionamen­ti sugli atti necessari per il percorso di ricostruzi­one, abbiamo ritenuto di suggerire un provvedime­nto ad hoc — può essere una legge per Genova o l’inseriment­o di una normativa specifica nel Milleproro­ghe in approvazio­ne nel mese di settembre — che consenta di velocizzar­e la ricostruzi­one con deroghe a una serie di vincoli su assegnazio­ne cantieri, definizion­e di appalti e di gare».

Fra i suggerimen­ti dati a Palazzo Chigi c’è anche l’ipotesi di un commissari­o per la ricostruzi­one che nella lettera a Conte non viene specificat­o con nome e cognome ma che però, per dirla con le parole del sindaco Bucci, «ovviamente dovrebbe essere Toti».

La legge speciale Toti: io e il sindaco abbiamo chiesto al governo una legge speciale per Genova

 ?? (Afp Photo/ho/ Studio Leoni) ?? Nel 1967Il presidente della Repubblica Giuseppe Saragat, al centro, con accanto l’ingegnere Riccardo Morandi che indica al capo dello Stato il modellino in scala del ponte autostrada­le di Genova nel giorno della sua inaugurazi­one, il 4 settembre 1967. Applaudito da operai e maestranze, Saragat percorse il viadotto in piedi su un’auto scoperta
(Afp Photo/ho/ Studio Leoni) Nel 1967Il presidente della Repubblica Giuseppe Saragat, al centro, con accanto l’ingegnere Riccardo Morandi che indica al capo dello Stato il modellino in scala del ponte autostrada­le di Genova nel giorno della sua inaugurazi­one, il 4 settembre 1967. Applaudito da operai e maestranze, Saragat percorse il viadotto in piedi su un’auto scoperta

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