Sbarchi dei migranti, no dell’ue all’italia
Molti Paesi contrari all’ampliamento della missione Sophia. Roma: «L’europa non c’è»
BERLINO Non c’è intesa nell’unione europea su quella che, a dispetto degli sbarchi in calo, è diventata la questione politica del continente: l’immigrazione. «Mi sento delusa, ho visto che l’europa non c’è» ha sintetizzato ieri la ministra della difesa italiana Elisabetta Trenta, al termine del vertice informale di Vienna che ha riunito i responsabili di esteri e difesa dei 27 Paesi.
L’italia era arrivata in Austria con una proposta precisa: «rivedere le regole di Sophia», la missione Ue per contrastare l’immigrazione clandestina nelle acque tra la Libia e l’italia. Le oltre 44 mila persone soccorse dalle navi dell’ue dal 2014 sono state finora sbarcate, come da accordi, sulle coste italiane ed è quindi il nostro Paese che ha dovuto farsene carico. «Non è più possibile che l’italia sia l’unico porto di sbarco — ha detto ieri a Vienna l’alta rappresentante per la politica estera Ue Federica Mogherini—. Si deve creare un meccanismo di coordinamento per la scelta delle destinazioni». Sulla stessa linea il ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi: «Dobbiamo redistribuire queste persone in modo da migliorare le condizioni dell’accoglienza e prima che siano esaminate le loro richieste di asilo».
Per l’italia è fondamentale perché limiterebbe le conseguenze del trattato di Dublino, che prevede si chieda asilo nel Paese di ingresso, caricando della questione soprattutto le nazioni del Sud Europa.
Ieri però una linea comune non si è vista, nonostante l’italia, secondo Trenta, abbia «trovato alcune porte aperte». Da parte per esempio della ministra della Difesa francese Florence Parly che ha mostrato «comprensione» per i problemi sollevati da Trenta «in una lunga bilaterale». Anche la collega tedesca Ursula von der Leyen ritiene giustificata l’esigenza dell’italia, ma ha rimandato la decisione ai ministri degli Interni, ai capi di Stato e di governo, insistendo perché l’italia continui con le regole attuali fino alla scadenza della missione a fine anno.
Di fronte alle misure concrete, poi, sono emerse tutte le distanze tra gli stati Ue: a cominciare dalla proposta fatta dal ministro della Difesa di Vienna Mario Kunasek di usare l’esercito per difendere i confini che, secondo la ricostruzione fatta dal quotidiano austriaco Der Standard, è stata subito respinta dalla Germania.
No tedesco anche all’ipotesi di Moavero di ampliare l’operazione Sophia. Ed è caduta nel vuoto l’idea della responsabile degli esteri austriaca Karin Kneissl di rivedere gli accordi di Dublino e Schengen, mentre il lussemburghese Jean Asselborn ha attaccato i padroni di casa. Solo otto Paesi hanno accettato di prendere i rifugiati all’italia e tra questi non c’è l’austria: «Non è giusto» ha detto. Niente di fatto quindi, anche se oggi si continuerà a discutere. A suggellare l’isolamento dell’italia è stato poi il presidente francese Emmanuel Macron da Parigi: «Ci sono coloro dicono che tutti i problemi provengono dall’europa — ha detto da Parigi —: Un ponte crolla, è colpa dell’europa!». Un chiaro riferimento a Matteo Salvini: «Il ponte non è crollato né per colpa di Salvini né per colpa di Macron — ha commentato il ministro dell’interno a Corriere Tv — posso solo suggerirgli di esser più umano ai confini con l’italia».
L’isolamento
E Macron attacca su Genova. «Non è colpa dell’europa se cade un ponte»