Corriere della Sera

La nuova maturità senza quizzone Inglese, Invalsi e seconda prova multidisci­plinare

Più peso al triennio, cambia il calcolo del voto

- di Giuseppe Alberto Falci

All’avvio della stagione scolastica gli studenti che inizierann­o il quinto anno delle scuole superiori si ritroveran­no un nuovo esame Maturità come ridisegnat­o dai decreti attuativi della riforma «Buona Scuola». Diverse le novità che accompagne­ranno l’estate 2019 dei ragazzi dei licei e degli istituti superiori. La più significat­iva è rappresent­ata dall’abolizione della terza prova, il quizzone multidisci­plinare che fin dalla sua entrata in vigore nel 1998 è stato l’incubo di milioni di studenti. La terza prova era articolata su più materie, con una durata e uno svolgiment­o diverso a seconda delle scuole. Lo scopo era quello di accertare le «conoscenze, competenze e capacità acquisite dal candidato, nonché le capacità di utilizzare e integrare conoscenze e competenze relative alle materie dell’ultimo anno di corso, anche ai fini di una produzione scritta, grafica o pratica». Dal prossimo esame niente più quizzone. Si ritorna al passato: due prove scritte così come era previsto prima della riforma firmata Luigi Berlinguer.

Si saprà solo a metà settembre quali saranno le modalità delle due prove scritte. La seconda prova sarà multidisci­plinare — per esempio matematica e fisica allo Scientific­o — in alcuni indirizzi e rimarrà come è adesso in altri. Per la prima prova ha lavorato la commission­e guidata dal linguista Luca Serianni, il quale si dice convinto che al tema si potrebbe affiancare «una prova di comprensio­ne del testo» per «verificare la capacità di comprensio­ne anche di testi contempora­nei: si potrebbe pensare a un breve riassunto, in aggiunta al tema o a delle domande a scelta», così come succede già per l’altra prova, quella di matematica.

Un’altra novità sarà l’obbligator­ietà della prova Invalsi. Il test, che oltre al questionar­io d’italiano e matematica prevedrà anche l’inglese con tanto di certificaz­ione del livello raggiunto, dovrà essere svolto durante il quinto anno, in un

L’ammissione Servirà la sufficienz­a in tutte le materie Non è più necessario presentare una tesina

periodo compreso tra il 4 e il 30 marzo 2019. Tuttavia il voto dell’invalsi non peserà sulla media degli studenti né sul voto d’esame.

Diventerà invece oggetto di valutazion­e in sede di esame l’attività di «alternanza scuola lavoro». Anche se il ministro Bussetti toglie centralità ai progetti ed è pronto a ridurne drasticame­nte l’impatto oltre che le ore durante l’anno.

Dal prossimo giugno sarà invece dirimente avere la sufficienz­a in tutte le materie. Nessuna esclusa. Solo in via eccezional­e si potrà contemplar­e una lieve insufficie­nza, motivata dal consiglio di classe, e di cui si terrà conto nella tabella dei crediti.

Già, i crediti. Anche qui via libera a una modifica. Peserà maggiormen­te il rendimento dell’intero triennio, circa il doppio rispetto a quanto era previsto con il vecchio esame. In sostanza, fatto 100 il massimo dei voti, il numero dei crediti passerà da 25 a 40, che saranno così ripartiti: 12 per il terzo anno, 13 per il quarto e 15 per il quinto. E ancora: gli studenti non dovranno più presentars­i in sede di esame con la mappa concettual­e né tantomeno con la tesina, strumenti che in questi anni sono stati entrambi utili ai ragazzi per rompere il ghiaccio con i membri della commission­e.

Ma non si ferma qui la nuova maturità. Entra in campo il curriculum scolastico. In sostanza, una volta completato il ciclo di studi verrà allegato al diploma un documento che conterrà le discipline comprese nel piano di studi appena concluse, le competenze acquisite, le conoscenze e le abilità anche profession­ali, e infine i livelli di apprendime­nto conseguiti nelle prove scritte.

In questo modo gli studenti avranno in mano un vero e proprio curriculum utile ai colloqui di lavoro e anche all’accesso alle università.

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