Eni promossa da S&P: il rating sale ad «A-» Più dell’italia
L’Italia era stata promossa da Standard & Poor’s nell’ottobre scorso per la prima volta dal 1988: il rating del nostro Paese è passato da BBB- a BBB/A-2 con l’outlook , cioè la previsione sul futuro, «stabile». Ieri L’agenzia di rating americana ha rivisto al rialzo il giudizio a lungo termine di Eni portandolo ad «A-» con outlook «stabile». L’agenzia ha confermato ad «A-2» il giudizio a breve termine. Il Cane a sei zampe, che ha il Tesoro come azionista di maggioranza direttamente e indirettamente con il 30,1% (Mef 4,34% e Cdp 25,76%) incassa così un giudizio migliore dell’italia. La decisione dell’agenzia, spiega una nota della società, si basa sul miglioramento degli indicatori finanziari correnti e previsionali, ottenuto grazie alla riduzione dell’indebitamento e alla generazione di cassa. Un risultato che è fonte di «soddisfazione» per l’amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi, che sotto la sua gestione ha trasformato il gruppo petrolifero: «Premia quanto fatto in termini di potenziamento del nostro portafoglio upstream — ha commentato — di ristrutturazione dei business middownstream e di rafforzamento della nostra situazione patrimoniale». Risultati che sono stati conseguiti, ha sottolineato, «pur in presenza di un ciclo sfavorevole di mercato come quello degli ultimi anni».