Corriere della Sera

L’inter ritrova i tre punti La Juve fatica col Parma

- di Mario Sconcerti

Ronaldo non segna ancora, è un dato più che una croce, che tiene dietro di sé forse tutto uno stato mentale. Ronaldo non gioca mai male, direi anzi che cresce di partita in partita a piccole dosi, ma non è in nessun territorio. Gioca da solo, dentro il suo mondo di fuoriclass­e eccentrico, sembra la risposta a un manuale non a un buon calcio effettivo. La Juve ne ha fatto comunque a meno un’altra volta con serenità. Ma al di là della grandezza della squadra, si notano afasie che possono diventare importanti. La prima è avere il 50 per cento della fase di attacco compressa in un grande attaccante che non ha gli stessi nervi della squadra. Cuadrado aggiunto ad Alex Sandro, cioè la fine della difesa a tre, costa poi problemi. La Juve ha preso 3 gol in 3 partite, ha subito abbastanza spesso l’avversario. Forse si avverte perfino un effetto Szczesny, che non vale ancora Buffon e lascia alcuni particolar­i agli avversari. Deve essere infine trovata una soluzione al problema Dybala. Così la somma algebrica con Ronaldo mette un po’ a disagio. Va anche aggiunto che si avverte una distanza netta tra la Juve e tutte le altre del campionato. Si ha anzi l’impression­e di trovarsi davanti a una squadra molto umile in rapporto alla propria qualità e differenza. È una Juve forte e a volte un po’ squilibrat­a dai suoi stessi cambi. Sotto questo aspetto la vera sorpresa è Bernardesc­hi. Se Dybala e Douglas Costa stanno fuori è quasi solo colpa sua. L’inter intanto ha vinto una partita limpida contro un avversario facile che si difendeva benissimo. Ma è venuta fuori una velocità di gioco poco conosciuta che ha poi trovato in Nainggolan il suo realizzato­re. Questo è stato il segreto, aver chiuso il martirio dei passaggi e aver dato profondità al resto. L’inter oggi diversamen­te da un anno fa ha molti giocatori capaci di saltare l’uomo. Non è solo Nainggolan, che ha il lusso di partire da dovunque, ma anche Keita, brillante come Perisic, lo stesso Politano col suo volto e il suo nome da vecchio italiano. Oggi il gol arriva, basta far girare in fretta il pallone. L’inter assomiglia molto alla Juve in questo, senza però averne la sicurezza. Brozovic non è un leader ma deve giocare come se lo fosse. Questo è un limite, ma compensato da una classe complessiv­a che resta molto alta nella squadra. La domanda di oggi è dove sia finito Lautaro, ma ci sarà tempo per una risposta.

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