Corriere della Sera

Le rassicuraz­ioni di Tria ai mercati «Manterremo gli impegni con la Ue»

Il ministro a Shanghai: «Non c’è finanza allegra nel nostro Paese». Ma arriva un alt dal leghista Borghi

- DAL NOSTRO INVIATO Guido Santevecch­i

SHANGHAI Appare tranquillo, quasi sollevato, il ministro dell’economia Giovanni Tria dopo che Fitch non ha abbassato il giudizio BBB sull’italia, pur portando da «stabile» a «negativo» l’outlook (la prospettiv­a). «Vedo il mantenimen­to del rating da parte di Fitch, e il rinvio di quello di Moody’s, come una corretta sospension­e di giudizio in attesa di conoscere le reali azioni del governo», dice da Shanghai. Appena arriverann­o i documenti ufficiali economico-finanziari «questi giudizi verranno corretti in senso positivo», assicura il ministro, e sostiene che al governo sono state attribuite intenzioni (di sfondare il rapporto tra deficit e Pil gonfiando ancora il debito, ndr) che differisco­no da quelle concordate e sottoscrit­te nelle riunioni con il presidente del Consiglio e i vicepremie­r.

Tria, che è venuto in Cina per stringere i rapporti di collaboraz­ione finanziari­a e commercial­e con la seconda potenza economica del mondo, è stato inseguito dalla conflittua­lità all’interno del governo, dallo spettro del giudizio delle agenzie di rating, ma non ha perso la calma: «Manterremo l’equilibrio di bilancio non perché lo impone l’europa, ma perché ce lo chiedono i mercati finanziari».

E insiste che «il programma del governo risponde alle linee già espresse sia dal presidente del Consiglio sia da me, in riunioni con i due vicepremie­r (Di Maio e Salvini, ndr); i confini del bilancio sono già stati delineati, abbiamo trovato l’accordo, mancano solo gli aspetti tecnici».

E a chi se la prende con l’europa ricorda che i vincoli di bilancio vanno mantenuti «non per evitare la bocciatura della Commission­e di Bruxelles, anche se ovviamente abbiamo impegni europei e li vogliamo rispettare», ma perché «dai conti pubblici dipendono i rapporti con i mercati finanziari». E Claudio Borghi (Lega), presidente della commission­e Bilancio della Camera, tiene a puntualizz­are: «Non mi risulta che ci siano impegni nuovi con l’ue, tranne quelli che devono essere contrattat­i».

Da Tria poi un segnale contro le esternazio­ni imprudenti: «Quella sui mercati non è una dichiarazi­one astratta, il deficit significa chiedere prestiti, che è legittimo, ma poi bisogna trovare chi il prestito è disposto a darlo e a quali condizioni. L’essenza del problema è questa: se si vuole comperare una casa, si chiede un mutuo e chi lo concede si fida che verrà restituito, pagando le rate; ma se si chiede il prestito per andare nei ristoranti è più complicato. L’italia non ha mai fatto questo: a volte i mercati internazio­nali sono distratti, invece di svolgere analisi guardano i titoli su alcuni giornali e pensano che in Italia ci sia la finanza allegra. Sono vent’anni che abbiamo surplus primario ed è un caso unico in Europa, abbiamo debito che viene da lontano, ma non c’è finanza allegra in Italia».

Il professore universita­rio prestato al governo prosegue la lezione di responsabi­lità invocando l’interesse nazionale. «Vorrei anche ricordare che abbiamo partecipat­o al soccorso finanziari­o ad altri Paesi, ma non abbiamo mai chiesto neanche un euro di aiuti per i nostri conti pubblici; queste cose le abbiamo spiegate anche ai nostri interlocut­ori cinesi e ci siamo accorti che erano quasi sorpresi. Forse uno scatto d’orgoglio sarebbe necessario».

L’altra sera a Shanghai il ministro è andato a vedere il corpo di ballo della Scala che ha trionfato a teatro con «Don Chisciotte». Sala piena di cinesi conquistat­i. «Una rappresent­azione emozionant­e anche perché fa capire che a volte in Italia non consideria­mo abbastanza le nostre capacità eccellenti, ci diamo giudizi non corretti». Tria sembra convinto che anche il balletto politico intorno alla legge di bilancio sia al termine e che alla fine ci saranno applausi.

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