Roventini: sì all’assegno minimo, flat tax «scellerata»
Il sostegno a chi non ha lavoro spinge la crescita. La tassa piatta invece è un regalo ai ricchi e ci esporrebbe al rischio mercati
ROMA «C’è una situazione di tensione sui mercati. Per questo bisogna fare molta attenzione agli annunci che si fanno e alle politiche che si mettono in campo». Andrea Roventini, professore di economia alla Scuola Superiore Sant’anna di Pisa, era stato designato dai 5 Stelle in campagna elettorale per fare il ministro dell’economia. Poi le cose sono andate diversamente e oggi Roventini, da accademico, precisando di non avere rapporti organici con i 5 Stelle, entra nel merito del dibattito sulla manovra. Boccia la flat tax mentre incoraggia il governo ad andare avanti sul reddito di cittadinanza.
Professore, lo spread sale e il Pil che rallenta. Su cosa bisognerebbe puntare nella manovra?
«Proprio perché il Pil sta frenando e la crescita italiana è tra le più basse dell’unione europea, la priorità dovrebbe essere il rilancio della crescita con un aumento della domanda e della produttività. Si tratta di concentrare le risorse limitate su queste politiche, evitando la flat tax, che non rilancia la crescita e costa moltissimo».
I sostenitori della tassa piatta, Lega in prima fila, sostengono che essa si ripagherebbe da sola, grazie alla maggior crescita.
«Qualsiasi economista di buon senso e che abbia un minimo di basi sa che è una bufala. La flat tax è un intervento sconsiderato: costa tantissimo e non stimola la crescita. Un regalo ai ricchi che aumenta la disuguaglianza. Dato il suo costo e il suo impatto limitato andrebbe assolutamente evitata in un clima di turbolenza sui mercati».
Anche l’altra proposta, quella del reddito di cittadinanza (780 euro al mese) dei 5 Stelle, costerebbe molto.
«Un costo molto più basso della flat tax, ma più efficace per la crescita. Intanto cominciamo col potenziare i Centri per impiego: una riforma strutturale che può migliorare l’incontro fra domanda e offerta di lavoro. Se poi ci sono le risorse, si può realizzare il reddito di cittadinanza».
Veniamo alle pensioni.
«Non sono favorevole a uno stravolgimento della Fornero. Credo che vada modificata al margine, solo per tutelare i lavoratori più deboli: le donne, i lavoratori precoci e chi svolge lavori usuranti. Modifiche che non hanno un costo elevato».
A proposito dei costi, non è ancora chiaro se il governo rispetterà la regola Ue del deficit non superiore al 3%.
«C’è un consenso unanime tra gli economisti che sia una regola arbitraria. Ma finché c’è, meglio rispettarla. Il governo dovrebbe trattare con Bruxelles per ampliare i margini di manovra. Ma la soglia del 3% non va superata: le reazioni dei mercati potrebbero essere imprevedibili».
Si sente più fortunato o rammaricato di non essere ministro dell’economia?
«Né fortunato né rammaricato: non avrei mai potuto avallare riforme scellerate come la flat tax».