L’attrice di E.R. uccisa in casa dalla polizia
Da due settimane c’è una ragazza seduta per terra davanti al Parlamento di Stoccolma. Ha 15 anni, si chiama Greta Thunberg. Ha la cerata gialla e uno zaino pieno di compiti. Legge, scrive, distribuisce volantini. Non va a scuola perché sta protestando. «Faccio sciopero. Lo faccio perché gli adulti stanno sputando sul mio futuro». Greta protesta contro l’indifferenza sull’emergenza clima: «Se i politici non fanno niente, è mia responsabilità morale fare qualcosa. E poi perché dovrei andare a scuola? I fatti non contano più. Se i politici non ascoltano gli scienziati, perché mai dovrei studiare?».
L’estate più calda da 262 anni (da quando gli svedesi hanno cominciato a tenere conto della temperatura) ha fatto riemergere la questione clima dal dimenticatoio delle emergenze croniche. Il 9 settembre ci sono le elezioni e il partito dei Verdi ha raddoppiato il consenso nei sondaggi, pur restando al 6%, ben lontano dai partiti che si contendono la vittoria litigando di tasse e immigrazione. Greta non ci sta: «Torno a scuola dopo le elezioni».
Alcuni dei suoi insegnanti la sostengono. Benjamin Wagner, 26 anni, ha deciso di condividere la protesta della sua alunna. È sceso in sciopero anche lui e perderà tre settimane di stipendio: «La nostra incapacità a fermare il global warming ricorda quella dell’europa negli anni precedenti la Prima Guerra Mondiale», dice il professore. «Tutti sanno e nessuno reagisce. Greta è una rompiscatole, ma in questi casi l’unica cosa ragionevole da fare è essere irragionevoli».
E in famiglia che cosa dicono? Il papà di Greta dice al quotidiano The Guardian che in casa sono combattuti: «Greta dovrebbe andare a scuola». D’altra parte, conoscono e sostengono le sue ragioni di fondo. Sua mamma. Malena Ernman, ha abbandonato la carriera di cantante d’opera in giro perché non voleva più dare il suo contributo all’inquinamento globale girando il mondo con gli aerei. «Greta ci ha costretto a
Il mondo l’aveva conosciuta come Wendy Goldman, il personaggio di un’infermiera nella serie cult «E.R.», che aveva interpretato tra il 1994 e il 1997. Ieri Vanessa Marquez, attrice 49enne americana di origini messicane, è stata uccisa dalla polizia in casa sua a South Pasadena, in California, dopo aver puntato verso gli agenti una pistola ad aria compressa che due di loro hanno scambiato per un’arma vera.
Gli agenti erano stati chiamati dal padrone di casa di Marquez, che sembrava in preda a una crisi epilettica. Dopo un trattamento dei paramedici la donna pareva stare meglio: gli agenti avevano parlato con lei per un’ora e mezza. A un tratto la donna «ha smesso di collaborare e non sembrava più in grado di badare a se stessa», come colpita da problemi psichici. Finché non ha estratto l’arma ad aria compressa e due agenti le hanno sparato. Marquez aveva fatto parlare di sé lo scorso anno per aver detto che George Clooney aveva collaborato a farla escludere da Hollywood.