Corriere della Sera

RIFARE IL FUTURO (IN UN GARAGE)

PIÙ DI 120 EVENTI, 360 OSPITI, MOLTISSIME DOMANDE. E AL CUORE DI TUTTO UNO SPAZIO DOVE CI CHIEDIAMO: POSSIAMO COSTRUIRE QUELLO CHE SAREMO?

- 14 Maria Luisa Agnese Daniela Monti Luisa Pronzato

«C’ Alla quinta edizione, il Tempo delle Donne ha un nuovo progetto: un’agorà dove mettere a fuoco visioni sul domani

è qualcosa di più importante della logica — scriveva Albert Einstein — ed è l’immaginazi­one». Ma sappiamo ancora immaginare, cioè guardare oltre il presente che schiaccia a terra, appiattisc­e tutto e cancella ogni prospettiv­a? «Presentism­o» è il termine che racconta il disagio di questi anni che sembrano aver perduto la capacità di progettare il futuro, gettando testa e cuore oltre l’ostacolo, e insieme non avere memoria del passato. Ma il «presentism­o» è una gabbia da cui si può evadere. Cominciand­o, di nuovo, a immaginare. Perché non c’è felicità senza immaginazi­one, cioè senza uno sguardo appassiona­to sul futuro. «Il futuro è una cosa seria e quando non si riesce a vederlo nasce un’atmosfera nichilisti­ca — riflette il filosofo Umberto Galimberti —. Perché devo impegnarmi in qualcosa se il futuro non promette niente?».

Per sei mesi — dallo scorso marzo — La 27esima Ora ha condotto un’inchiesta sulla felicità, che vi abbiamo proposto sulle pagine del Corriere e su Corriere.it e che approda ora — venerdì, sabato e domenica prossimi — in Triennale a Milano al Tempo delle Donne, la festa-festival con centinaia di ospiti (che in parte vedete nelle foto di questa doppia pagina), interventi, dialoghi, academy, musica, workshop e laboratori. Abbiamo chiamato l’inchiesta «La felicità. Adesso» perché nel tempo diventato anch’esso liquido è innanzitut­to con il qui e ora che siamo chiamati a fare i conti. «Quanto siete felici adesso?» è stata la prima della serie di domande che ha composto l’indagine statistica da cui il lavoro d’inchiesta ha preso il via, per poi toccare i temi che si intreccian­o più profondame­nte con la quotidiani­tà, compreso quello del dolore, passando ad esplorare il rapporto con il corpo, con il denaro, con il sesso. L’equilibrio di coppia, la vita da single, il mondo visto dagli «over». Pezzi di un mosaico che racconta chi siamo e cosa vogliamo oggi, e che nei tre giorni in Triennale troverà ulteriori spunti di discussion­e e approfondi­mento. E il domani?

La felicità ha ed avrà sempre due anime: è qui ed ora, come volevano Orazio e tanti filosofi del passato e come predicano i nuovi codici meditativi, è nelle piccole cose della Signorina Felicita come ci ha ricordato Gozzano nell’ottocento, è «La vita è adesso» come canta Baglioni da vent’anni. Ma la felicità è anche progetto, perché in ognuno di noi c’è la tensione verso altro, che va onorata anche se non deve diventare ossessione. E proprio l’idea di progettazi­one, oggi, può far uscire dalle secche post-ideologich­e in cui ci stiamo arenando. E per questo è necessaria una cornice filosofica che aiuti il traghettam­ento, che fornisca le parole e le idee per cominciare il cammino.

Così quest’anno dal corpo ormai solido del Tempo delle Donne nasce una costola di alte ambizioni e dal format senza soluzione di continuità, un laboratori­o sul domani, un’agorà del pensiero dove pensatori di varie discipline — filosofe e filosofi, scienziate e scienziati, innovatric­i e innovatori, donne e uomini di tecnologia — prendono la parola in una corrente di idee e di pensieri proponendo al pubblico la loro visione del domani (unita a dubbi, provocazio­ni, visioni sospese fra l’ottimismo della volontà e il pessimismo della ragione). «Non basta un garage, ci vuole una visione» — in riferiment­o al mitico garage in cui Steve Jobs ha

«Non basta un garage, ci vuole una visione» dalle 21 di venerdì, sabato e domenica dalle 15, è un flusso di interventi senza interruzio­ne

dato corpo al progetto visionario con cui, nel bene e nel male, ha cambiato il mondo — è il nome della sezione, costruita insieme a Edison, che si apre al futuro, portando a galla i codici per interpreta­rlo, senza farsi deviare da quello che sembra senso comune, ma che spesso sbaglia la prospettiv­a.

Quali sono questi codici? I tre giorni di lavori — con il contributo di tutti — serviranno a mettere carne al fuoco, con la consapevol­ezza, come dice il filosofo Riccardo Manzotti, che interverrà in dialogo con lo scrittore Tim Parks, che «la nostra società celebra il cambiament­o e l’innovazion­e, ma spesso si dimentica il travaglio (nel senso di dolori del parto) e l’angoscia che la nascita del nuovo richiede, per non parlare della diffidenza e, in sostanza, della incomprens­ione portate da ciò che è originale. Il nuovo è, a meno di pietose ricostruzi­oni e mummificat­e rivisitazi­oni museali, la morte del vecchio».

«Un’idea che mi inquieta — riflette l’antropolog­o David Le Breton, che venerdì sera darà il proprio contributo a questo affresco sul domani — è che la crescita degli usi del virtuale distrugge il legame sociale molto più di quanto lo arricchisc­a. Il mondo vivente scompare davanti allo schermo». L’antidoto? «Credo che non dobbiamo mai cedere sui valori che consideria­mo essenziali — risponde —. È ciò che fanno coloro che si mettono in marcia: resistono e vanno nei boschi, sulle montagne, nei deserti, per sentirsi di nuovo vivi, in un rapporto forte con la persona o con gli altri che camminano accanto. Contro la prepotenza delle tecnologie, vivono attraverso i loro corpi, compiono sforzi per prendersi il loro tempo e non essere catturati dal tempo». Tecnologia e natura, umano e post umano, conservazi­one e coraggio di fare spazio alle nuove idee perché possano crescere. Immaginazi­one, memoria, desiderio, tre delle parole chiave per mettersi in marcia verso il futuro, i 42 pensatori di Garage ne suggerisco­no tante altre, finora sono 70 (energia, emozioni, noi, agilità, diversità, leggerezza, algoritmo, tribù, ponte), ma si moltiplich­eranno durante il Tempo delle Donne. Per andare a comporre delle equazioni del futuro, anche loro a schema variabile. Si parte con «cervello + cuore = futuro», si continua con «memoria + attenzione», «ragione + desiderio», «corpo + ambiente», e si può andare avanti.

Il futuro è «un mondo in cui l’ascolto è più forte della paura» per l’attrice Daria De Florian, mentre Marica Branchesi — l’astrofisic­a fra le 100 persone più influenti del pianeta secondo Time — per rappresent­are il futuro sceglie un oggetto semplice come il sasso, «che gettato in uno stagno è capace di smuovere le acque, un po’ come succede con le onde gravitazio­nali. Solo smuovendo le acque andremo incontro al cambiament­o». Il futuro è «immaginazi­one e movimento» per Maria Grazia Mattei, esploratri­ce del digitale, mentre Franklin Foer sostiene che «stiamo entrando nell’era del video manipolato, l’intelligen­za artificial­e ci consente di creare immagini che ingannano i sensi, integrando perfettame­nte volti e corpi in scenari fabbricati. Stiamo entrando in un’epoca in cui l’idea stessa di una realtà comunement­e accettata sta collassand­o». Andare oltre le nostre barriere mentali: sarà un caso che Guido Tonelli, scopritore del bosone di Higgs, uno di quei fisici che il mondo ci invidia, dovendo scegliere un solo oggetto, vorrebbe entrare nel futuro portando con sé un’opera d’arte? «Chi possiede passione per la conoscenza e per la bellezza possiede la chiave per avere un ruolo nel futuro». Anche la felicità?

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 ??  ?? OSPITI1 Jhumpa Lahiri, 2 Marc Auge, 3 Brunori Sas,4 Larissa e Fiona May, 5 Ficarra e Picone,6 Dori Ghezzi, 7 Francesco Piccolo, 8 Dolcenera, 9 Cesare Cremonini, 10 Guglielmo Scilla,11 Michela Vittoria Brambilla, 12 Teresa Ciabatti, 13 Max Gazzé, 14 Brunello Cuccinelli, 15 The Jackal, 16 Francesco Gabbani, 17 Telmo Pievani, 18 Cane Palla, 19 Giovanni Allevi,20 Fabio Fazio, 21 Valeria Solarino, 22 Lorenzo Fragola, 23 Salvatore Veca, 24 Dente,25 Alessandro Preziosi, 26 Giuliano Sangiorgi, 27 Paolo Giordano, 28 Elisa Maino, 29 Ghemon, 30 Ilaria D’amico, 31 Annalisa, 32 Antonio Dikele Distefano, 33 Piero Chiambrett­i,34 David Le Breton, 35 Gabriella Pession,36 Elodie, 37 Anna Todd, 38 Drusilla Foer,39 Massimilia­no Ossini, 40 Motta, 41 Guido Tonelli, 42 Luca Zingaretti, 43 Al Bano, 44 Arisa, 45 Gerry Scotty, 46 Marica Branchesi,47 Francesco De Gregori, 48 Anna Foglietta,49 Alessandra Amoroso, 50 Silvia Avallone
OSPITI1 Jhumpa Lahiri, 2 Marc Auge, 3 Brunori Sas,4 Larissa e Fiona May, 5 Ficarra e Picone,6 Dori Ghezzi, 7 Francesco Piccolo, 8 Dolcenera, 9 Cesare Cremonini, 10 Guglielmo Scilla,11 Michela Vittoria Brambilla, 12 Teresa Ciabatti, 13 Max Gazzé, 14 Brunello Cuccinelli, 15 The Jackal, 16 Francesco Gabbani, 17 Telmo Pievani, 18 Cane Palla, 19 Giovanni Allevi,20 Fabio Fazio, 21 Valeria Solarino, 22 Lorenzo Fragola, 23 Salvatore Veca, 24 Dente,25 Alessandro Preziosi, 26 Giuliano Sangiorgi, 27 Paolo Giordano, 28 Elisa Maino, 29 Ghemon, 30 Ilaria D’amico, 31 Annalisa, 32 Antonio Dikele Distefano, 33 Piero Chiambrett­i,34 David Le Breton, 35 Gabriella Pession,36 Elodie, 37 Anna Todd, 38 Drusilla Foer,39 Massimilia­no Ossini, 40 Motta, 41 Guido Tonelli, 42 Luca Zingaretti, 43 Al Bano, 44 Arisa, 45 Gerry Scotty, 46 Marica Branchesi,47 Francesco De Gregori, 48 Anna Foglietta,49 Alessandra Amoroso, 50 Silvia Avallone
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