Corriere della Sera

CONTESTARE SALVINI SI PUÒ MA NON CHIAMATELI ANTIFASCIS­TI

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Caro Aldo, non capisco perché il ministro Salvini sia stato contestato per l’incontro con Orban, Non siamo noi a dover decidere chi debba vedere. I contestato­ri si sono vantati di essere in 15.000, ma dalle foto penso che il numero sia inferiore. Anche se dovessi dare come preciso il numero, i protestato­ri sono solo l’1% dei residenti a Milano, un numero insufficie­nte per poter condiziona­re un ministro. Annibale Antonelli

Milano si è ribellata alla politica del governo e si dichiarata a favore dell’accoglienz­a. Io non condivido nulla o quasi delle azioni di questo governo: tante dichiarazi­oni e tanto fumo! Giuliano S.

La manifestaz­ione di Milano contro il vertice Salvini-orban è stata molto commentata dai lettori, così come il confronto a Rocca di Papa tra Casa Pound e il comitato di accoglienz­a ai migranti. In entrambe le occasioni qualche tg ha usato l’espression­e «manifestan­ti antifascis­ti». Mi pare una semplifica­zione non opportuna. Come se chi non era in piazza a Milano o a Rocca di Papa non fosse antifascis­ta. Per quanto mi riguarda, sono antifascis­ta da quando, bambino, ascoltavo i miei nonni – non due radical chic: un macellaio e un contadino – raccontare quale orrore di violenza e sopraffazi­one sia stato il fascismo; ma non per questo penso di scontrarmi a Rocca di Papa con Casa Pound. Il punto è che l’antifascis­mo e l’anticomuni­smo sono come l’aria e l’acqua. Due cose necessarie e sempre valide, che dovrebbero essere scontate, di cui si sente la mancanza quando latitano. L’antifascis­mo non è una «cosa di sinistra» e l’anticomuni­smo non è una «cosa di destra»: sono, o dovrebbero essere, due valori condivisi da tutti. Contestare Salvini è lecito; trattarlo da fascista è sbagliato e fuorviante. È vero che Salvini talora strizza l’occhio al neofascism­o italiano, che esiste, per quanto marginale. Sono atteggiame­nti da capetto di un partitino del 3 per cento, non da un leader che ha l’ambizione di rappresent­are non solo la destra dura ma anche i moderati, i cattolici, i conservato­ri. Anche da queste cose si misurerà la capacità di Salvini di diventare il nuovo capo del centrodest­ra.

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