Confesercenti: consumi, mai così male dal 2014
Basta un numero per capire la portata: l’80% della ricchezza prodotta in Italia dipende dai consumi interni che, a loro volta, sono composti per il 60,8% dalla spesa delle famiglie e per un altro 18,8% dalla spesa della Pubblica amministrazione. Fa dunque un certo effetto leggere le previsioni riportate ieri da Confesercenti riguardo ai consumi interni: nel 2018 è prevista una frenata considerata la peggiore dal 2014. «La crescita prevista per l’anno è ferma all’1%, un dato inferiore all’1,4% auspicato dal Documento di Economia e Finanza e il risultato più fiacco dal +0,3% registrato nel 2014» ha spiegato il Centro Studi secondo cui la debolezza di quest’anno proseguirà per tutto il prossimo biennio. Rialzo dell’1% nel 2019 per poi frenare ancora a +0,7% nel 2020. In valori assoluti,si tratta in media di 5 miliardi di euro di spesa all’anno in meno rispetto alle previsioni nel triennio 2018-2019-2020. E ovviamente tutto ciò avrà un impatto diretto sul Pil con una variazione di +1,3% del prodotto interno lordo nel 2018, due decimi di punto in meno dell’1,5% indicato nel Def. Una debolezza che potrebbe proseguire per tutto il prossimo biennio.
A pesare su questo rallentamento dei consumi è l’indebolimento del potere d’acquisto ma incide anche il deterioramento del clima di fiducia delle famiglie consumatrici. «I consumi delle famiglie sono, purtroppo, il grande malato della nostra economia» ha spiegato ieri Patrizia De Luise, presidente di Confesercenti. Nel 2012 la caduta dei consumi privati di oltre il 4% nel 2012 costituì un dato senza precedenti nella recente storia italiana e fu direttamente collegata alla contrazione del reddito disponibile delle famiglie. Oggi siamo lontani da quei numeri ma l’associazione che rappresenta le imprese del commercio ha lanciato il suo grido d’allarme: «Con queste prospettive economiche, essere e rimanere una piccola impresa in Italia è sempre più un’impresa».