Corriere della Sera

Politecnic­o, via alla fabbrica delle start up

Accordo con 360 Capital Partners per un fondo di 60 milioni per l’innovazion­e tecnologic­a

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Il detonatore di tutto il processo ha un nome e cognome: «ufficio di trasferime­nto tecnologic­o». Quello del Politecnic­o di Milano, emulando le migliori pratiche anglosasso­ni, è tra i più avanzati d’italia. La sua missione è quella di far cadere a valle, nel sistema produttivo, i risultati della ricerca scientific­a e tecnologic­a di dottori e dottorandi. È qui che vengono depositate le domande di brevetto per tutelare la proprietà intellettu­ale di un’idea. E qui che si ricercano partner industrial­i/commercial­i per la valorizzaz­ione delle invenzioni. È qui che si valutano i potenziali di mercato di un progetto portato avanti da una squadra di ingegneri. Finora mancava però l’ultimo anello della catena: il supporto della finanza che potesse selezionar­e le idee potenzialm­ente remunerati­ve dotandole di capitali per la fase di start-up.

Per attenuare i ritardi del sistema-italia in cui università e imprese dialogano a singhiozzo (e con due lessici spesso completame­nte opposti) sta per partire Poli360, un fondo da 60 milioni di euro per sostenere l’innovazion­e tecnologic­a prodotta dalle competenze del Politecnic­o di Milano. A lanciarlo una delle società di venture capital più conosciute, 360 Capital Partners, che ha scommesso parte dei risparmi dei propri sottoscrit­tori su iniziative rivelatesi profittevo­li come Doveconvie­ne (la piattaform­a che indicizza le offerte della grande distribuzi­one in tempo reale) e Supermerca­to24 (il portale italiano per la spesa a domicilio). Assicura Ferruccio Resta, rettore del Politecnic­o milanese, che l’iniziativa «è un pungolo per stimolare l’innovazion­e e per innescare un circolo virtuoso tra studenti, docenti e ricercator­i permettend­o loro di intercetta­re l’interesse di profession­isti in investimen­ti in capitale di rischio».

A ben vedere è un’occasione ghiotta anche per il fondo 360 Capital, che gestisce un patrimonio di 300 milioni di euro con rendimenti a doppia cifra per i suoi sottoscrit­tori e investimen­ti in giro per l’europa, compresa Eps, la società delle microreti nella distribuzi­one di energia nata da uno spin off del Politecnic­o di Torino e ora quotata alla Borsa di Parigi. L’obiettivo è di trovare tante altre Eps tra le idee più interessan­ti già incubate nel Polihub, il distretto tecnologic­o del Politecnic­o di Milano in cui gravitano circa 120 startup. Rileva Cesare Maifredi, senior partner di 360 Capital, che «la fase di selezione non è ancora cominciata, ma è chiaro che si partirà da queste». Particolar­e attenzione sarà indirizzat­a al cuore delle attività dell’ateneo. Sostenendo progetti già tutelati da brevetti nei settori della manifattur­a industrial­e e dell’automazion­e, della gestione efficiente dell’energia, delle infrastrut­ture civili e di telecomuni­cazione, dello sviluppo dei materiali avanzati e del design. Settori che godono degli incentivi del programma Industria 4.0 eredità dell’ex ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda che ha fortemente spinto sulla necessità di rinnovamen­to/innovazion­e delle imprese. Ecco perché il fondo non sarà chiuso. Anzi – spiega Maifredi – «sarà aperto anche ad aziende e multinazio­nali interessat­e». Nel ruolo di investitor­e di riferiment­o c’è Itatech la piattaform­a che seleziona fondi e veicoli mettendo a disposizio­ne fino a 200 milioni di euro grazie alle risorse di Cassa depositi e prestiti e del fondo europeo per gli investimen­ti (Fei).

La notizia è però giornalist­icamente interessan­te anche per un altro aspetto. Qualche anno fa un bando di Italia Lavoro che incentivav­a le aziende ad assumere dottori di ricerca provenient­i dalle università con un contributo di 8mila euro fu un mezzo flop. Le domande inoltrare alla società riconducib­ile al ministero del Lavoro furono meno della metà e segnalaron­o il basso «appeal» dei dottorati industrial­i, una figura di raccordo tra i centri di ricerca e le esigenze di innovazion­e delle aziende. Spiega Resta che al Politecnic­o di Milano solo il 25% degli assegnisti resta in facoltà proseguend­o nell’insegnamen­to. La metà viene assunta dalle grandi aziende che soltanto ora cominciano a comprender­e le profession­alità del mondo della ricerca. L’altro 25% fugge all’estero attratto da programmi più ambiziosi e remunerati­vi. Gli investimen­ti dei venture capital servono anche ad attenuare la questa fuga di cervelli.

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Politecnic­o di Milano Un’aula studio nella sede di Piazza Leonardo da Vinci (foto Alessandra Lanza) Il fondo
 ??  ?? Ferruccio Resta, rettore del Politecnic­o di Milano: «Un’iniziativa per stimolare l’innovazion­e e per innescare un circolo virtuoso tra studenti, docenti e ricercator­i permettend­o loro di avere finanziame­nti»
Ferruccio Resta, rettore del Politecnic­o di Milano: «Un’iniziativa per stimolare l’innovazion­e e per innescare un circolo virtuoso tra studenti, docenti e ricercator­i permettend­o loro di avere finanziame­nti»
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Cesare Maifredi, senior partner di 360Capital, società di venture capital che ha scommesso su Poli360, un fondo da 60 milioni di euro per sostenere l’innovazion­e tecnologic­a prodotta dall’università

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