È doppietta Ferrari, Monza può sognare Ma Raikkonen sul filo beffa Vettel
Seb prima s’arrabbia, poi ammette: «Errori miei». Oggi Kimi lo aiuterà. Hamilton parte 3°
Le nuvole grigie allontanate dalla tempesta rossa, la pioggia stavolta non è caduta a rovinare la festa. Gli unici tuoni sono i boati degli olé e il «po-po-po» per il giro il più veloce nella storia della F1, 263,587 km all’ora di media per mandare in estasi la tribù del parco. Kimi Raikkonen demolisce il record della pista di Juan Pablo Montoya (1’19”525 nelle qualifiche del 2004), due Ferrari tornano in prima fila nel Gp di casa dopo 18 anni, era l’alba del ciclo magico di Schumacher e Barrichello.
Dentro al box del Cavallino, davanti al nuovo a.d. Louis Camilleri, Minttu Raikkonen si scioglie in lacrime, Maurizio Arrivabene la abbraccia. Il marito appena scende dalla macchina corre, sembra dirigersi verso il pubblico e invece va a recuperare gli immancabili occhiali da sole e un cappellino. Il solito Iceman, a quasi 39 anni dà il meglio sotto pressione e sorride con il contagocce.
Sul rinnovo del contratto questa pole peserà («La prima stagionale e non c’era posto migliore per farla») ma inciderà molto di più il suo comportamento in gara oggi. Si sfilerà lasciando passare Sebastian Vettel al primo giro? O digerirà (malvolentieri) un sorpasso strategico con il gioco dei pit stop, come era già avvenuto l’anno scorso a Montecarlo? La versione della Ferrari è che i due piloti sono liberi di lottare, ma non ci crede nessuno. Sebastian Vettel si gioca il Mondiale e deve recuperare 17 punti a Lewis Hamilton (che scatta terzo), non dare ordini di scuderia sarebbe assurdo dal momento che la Mercedes tutte le volte che può usa Valtteri Bottas nel ruolo di bodyguard.
Il tedesco ha preso malissimo la seconda piazza, era convinto di aver già la pole in mano e aveva esultato con un istante di anticipo. Per lui c’è poca allegria per l’1-2 casalingo. Anzi, via radio appena gli comunicano il risultato risponde: «Ne parliamo dopo». Quei 161 millesimi di scarto però sono più il frutto di sue imprecisioni che dell’effetto scia che può aver aiutato la volata finale di Kimi.
Le regole interne della Ferrari prevedono che i piloti invertano le posizioni dell’uscita in qualifica in ogni week end, stavolta toccava a Raikkonen essere dietro. «Ho perso qualcosa nella prima e nella seconda chicane e poi un po’ ovunque, non è stato un buon giro» ammette Seb. Per un niente si è lasciato dietro Hamilton, sempre pericolosissimo nei momenti che contano.
I rossi, nonostante la superiorità dimostrata qui sin dalla prima uscita, si aspettavano una Mercedes molto più vicina di quanto si credesse. «È stata una battaglia fra due grandi squadre — spiega Arrivabene —, la soddisfazione di vedere due Rosse in prima fila a Monza, questa doppia pole, me la ricorderò tutta la vita. Avevo chiesto l’aiuto del dodicesimo uomo e sembrava di essere in uno stadio, dalle tribune è arrivata una spinta fortissima». Adesso ne servirà una ancora maggiore per portare a casa il bottino, il team principal usa spesso le parole «serenità» e «concentrazione». Se le annoti bene Vettel che nei primi metri in passato ha commesso gravi errori di valutazione. È atteso il presidente John Elkann, qualcuno sostiene che potrebbe arrivare addirittura Cristiano Ronaldo. Che siano fantasie o no Monza in questi giorni è il luogo giusto per sognare.