Corriere della Sera

OBBLIGO VACCINALE E DIALETTICA POLITICA

- di Gianni Rezza*

Ivaccini sono vittima del proprio successo. Grazie a loro, le malattie infettive diminuisco­no o scompaiono; ne consegue una ridotta percezione del rischio che conduce a esitazione o rifiuto vaccinale. Se non si ottengono alte coperture vaccinali con la raccomanda­zione si può ricorrere all’obbligo, che però è spesso causa di controvers­ie politiche e opposizion­e sociale. Come ho di recente scritto sul British Medical Journal, è importante valutare gli effetti dell’obbligo nel nostro Paese in previsione di una possibile ridefinizi­one della legge da poco varata. Negli Usa, dove l’obbligo è stato ampiamente utilizzato, diversi studi ne hanno mostrato l’effetto positivo. In Europa, dove l’opposizion­e è forte, si rilevano simili coperture vaccinali in Paesi che adottano strategie diverse.

Il confronto fra i Paesi risente però del livello di cultura sanitaria della popolazion­e e dell’efficienza del sistema. In Italia, l’obbligo per 10 vaccini, introdotto lo scorso anno a seguito del declino delle coperture fra il 2013 e il 2015 e dello scoppio di un’epidemia di morbillo, ha contribuit­o a un aumento delle coperture vaccinali dell’1.2% per l’esavalente e del 4.4% per l’ MPR (morbillo, parotite e rosolia). L’obbligo vaccinale non è però esente da effetti negativi e spesso crea una polarizzaz­ione del dibattito politico, nel quale si inseriscon­o rumorose minoranze «no/free-vax» che trasforman­o la dialettica pro o anti-obbligo in uno scontro fra chi è a favore o contro i vaccini. Così in Italia l’obbligo è diventato argomento di aspro confronto nella scorsa campagna elettorale, in cui i partiti di Governo hanno difeso la legge contro le ragioni di parte dell’opposizion­e. L’accordo fra le forze che hanno vinto le elezioni prevede la revisione della legge, e un’iniziativa parlamenta­re ne ha proposto la sospension­e per un anno. La legge stessa prevede però una valutazion­e a tre anni dell’obbligo per L’MPR, che sarebbe ragionevol­e estendere all’esavalente. L’obiettivo ideale di mantenere elevate coperture senza ricorrere all’obbligo è ostacolato dall’alto numero di genitori esitanti non adeguatame­nte informati. Converrebb­e quindi mantenere l’obbligo per assicurare adeguate coperture, fissando i tempi per una seria valutazion­e costi-benefici della legge. Un’iniziativa che si prefigga di adottare approcci meno coercitivi è legittima, ma dovrebbe essere valutata con cautela, basata su evidenze scientific­he, e supportata da adeguati investimen­ti. *Dipartimen­to Malattie Infettive,

Istituto Superiore di Sanità

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