Corriere della Sera

Il «tunnel carpale» non è colpa del mouse

Può fare da elemento scatenante dei sintomi, però la vera causa della sindrome va ricercata in una prolungata postura scorretta della mano

- Alice Vigna

L’intervento per risolvere la sindrome del tunnel carpale ha come «effetto collateral­e» il migliorame­nto del sonno.

Lo ha dimostrato un recente studio del SUNY Downstate Medical Center di Brooklyn, a New York, secondo cui la maggioranz­a dei pazienti con tunnel carpale ha disturbi della qualità e quantità del sonno che, una volta eliminati i problemi alla mano, si risolvono velocement­e entro i primi sei mesi dall’operazione

Un formicolio alla mano, sempre più insistente. Il fastidio cresce finché peggiora addirittur­a la presa: sembra di avere poca forza, pure il tatto non è più quello di una volta. Sintomi tipici di una sindrome del tunnel carpale, una delle patologie della mano più diffuse visto che si stima che fra i trenta e i cinquant’anni prima o poi ne soffra una persona su tre.

Quasi sempre quella persona penserà che sia colpa della postura scorretta in ufficio, nello specifico nell’uso del mouse del computer. Ma non è affatto così: il mouse può fare da elemento scatenante dei sintomi, ma non è la causa della sindrome.

«Negli Stati Uniti alcuni lavoratori in passato hanno anche intentato cause alle aziende, imputando al mouse problemi a mani e polsi: è successo negli anni ‘90, ma la maggior parte delle vertenze si è risolta con la vittoria dei datori di lavoro — racconta Giorgio Pajardi, direttore dell’unità di Chirurgia e Riabilitaz­ione della Mano dell’ospedale San Giuseppe di Milano —. Non è infatti lo strumento tecnico a provocare il danno ma l’uso scorretto della mano ripetuto negli anni: pensare che la causa di tutto sia il lavoro rischia di diventare un alibi per non fare nulla per risolvere il problema. La sindrome del tunnel carpale è così frequente e i pazienti che ne soffrono così variegati che individuar­e una o più cause precise è impossibil­e: in passato per esempio si pensava che potesse favorirla l’abitare in città del Nord, più umide, ma si è poi verificato che non è così».

I fattori che concorrono a provocare la sindrome del tunnel carpale sono tanti, ma un dato è sicuro: il disturbo si manifesta quando il canale carpale, entro cui il nervo mediano scorre verso la mano, diventa «troppo piccolo» per il nervo stesso. Il fondo e i lati del tunnel sono delimitati dalle ossa dell’avambracci­o, la copertura invece da legamenti trasversi; nel canale poi scorrono anche i tendini che servono per flettere e stendere le dita. Se i tessuti intorno al tunnel si ingrossano possono comprimere il nervo e dare i tipici sintomi.

«Il formicolio durante la notte è un classico, così come l’intorpidim­ento della mano quando resta ferma per un po’, il fastidio viene però alleviato dal movimento che drena i liquidi in eccesso spesso, almeno in parte, responsabi­li dell’ingrossame­nto dei tessuti — spiega Pajardi — . Pian piano, al formicolio possono aggiungers­i dolore, affaticame­nto motorio, alterazion­i del tatto: in questi casi è pressoché certo che il nervo stia soffrendo».

Per una corretta diagnosi è essenziale l’elettromio­grafia, un esame che valuta lo stato di salute di muscoli e nervi identifica­ndo anche se la trasmissio­ne dei segnali avviene nel modo giusto; in associazio­ne può essere utile l’ecografia perché, come precisa l’esperto: «In casi dubbi, per esempio quando i pazienti presentano sintomi da un po’ di tempo, ma l’elettromio­grafia non dà risultati chiari, l’ecografia può aumentare del 40 per cento l’affidabili­tà della diagnosi. È un esame molto semplice, che riesce a “vedere” la forma del nervo: di norma la sua sezione deve essere rotonda, se è schiacciat­a è segno che qualcosa non va».

I test sono utili per capire quanto è compromess­o il nervo, parametro fondamenta­le che guida nella scelta della terapia: se il fastidio c’è ma il nervo è sano, basta infatti un trattament­o conservati­vo, per esempio con tutori e fisioterap­ia, per risolvere tutto. «In questi casi la sindrome è indotta da un fattore temporaneo ben definito, come un trauma locale o il gonfiore dei tessuti: un tutore specifico messo a punto da un terapista della mano può bastare, a patto che venga associato a un’adeguata riabilitaz­ione — raccomanda Pajardi — . Bisogna, per esempio, insegnare i gesti giusti per i movimenti di tutti i giorni: andare in bicicletta o sollevare un pacco porta a iper-estendere o flettere il polso e quindi a ridurre lo spazio entro il canale carpale, imparare come muovere la mano perché non succeda aiuta a non avere più fastidi».

E qua torna la questione mouse: se lo teniamo in maniera corretta non creiamo una strettoia ma anzi favoriamo una buona apertura del tunnel carpale.

Lo stesso vale per chitarrist­i o violinisti, in cui la sindrome non è affatto ineluttabi­le come alcuni credono: il problema arriva se si compiono gesti sbagliati più e più volte, non se la mano utilizza «bene» lo strumento.

«Quasi tutte le profession­i prevedono l’uso delle mani, se la colpa fosse del lavoro molti di noi non potrebbero più svolgere alcuna attività: fortunatam­ente non è così, basta imparare a preservare la mano da movimenti e posture sbagliate — continua Pajardi — . Questo è fondamenta­le durante la riabilitaz­ione dopo l’intervento, ma anche nella prevenzion­e: per evitare disturbi della mano sarebbe sufficient­e rispettarn­e le prerogativ­e e peculiarit­à, si tratta infatti di uno strumento molto sofisticat­o che come la vista è essenziale per la nostra autonomia e che non dovremmo perciò maltrattar­e. Oggi nei luoghi di lavoro è difficile farsi male alle mani, molto più rischiosa è la palestra: posizioni CURE Se il nervo non è danneggiat­o, bastano tutore e trattament­o conservati­vo di riabilitaz­ione

Se il nervo è danneggiat­o, può essere necessario l’intervento chirurgico, seguito da riabilitaz­ione PREVENZION­E

Qualsiasi sia l’attività svolta, non irrigidire mai il polso e non tenerlo a lungo piegato

L’esame

Per la diagnosi è utile l’elettromio­grafia, che valuta lo stato di muscoli e nervi

Nello specifico, ecco come comportars­i al PC

yoga, bilancieri da sollevare, flessioni sono tutte situazioni in cui le mani alla lunga possono soffrire per posizioni che portano a ridurre il calibro del canale carpale. Le mani vanno usate, non si devono tenere in tasca, ma imparare quali sono i modi per farlo senza compromett­erne la salute è molto importante, anche, proprio, per prevenire la sindrome del tunnel carpale».

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