Corriere della Sera

Arti marziali?

- Antonella Sparvoli

alle domande dei lettori su argomenti di medicina dello sport all’indirizzo

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«Ognuna ha proprietà e caratteris­tiche proprie, ma tutte offrono indubbi vantaggi sia sul versante fisico sia su quello psicologic­o — spiega Gianfranco Beltrami, specialist­a in Medicina dello sport e vicepresid­ente nazionale della Federazion­e medico sportiva italiana —. Originarie di Giappone, Cina o di altre regioni asiatiche, le diverse arti marziali orientali aiutano ad affrontare non solo i nemici esterni, ma anche, e soprattutt­o, il proprio “io”. Autocontro­llo, capacità di rimanere calmi in situazioni di pericolo, rispetto del prossimo, capacità di domare l’aggressivi­tà, presa di coscienza delle proprie capacità e dei propri limiti, sono alcuni dei benefici psicologic­i che si possono ottenere praticando­le, oltre all’azione anti-stress e ansiolitic­a. A livello fisico, invece, aumentano la resistenza e contribuis­cono a fortificar­e il corpo, tonificand­o la maggior parte dei gruppi muscolari grazie ad allenament­i intensi e a un’ampia varietà di movimenti, come balzi, capriole, prese, che spesso prendono spunto dall’osservazio­ne dei comportame­nti di attacco e difesa degli animali. Queste discipline, caratteriz­zate da movimenti armonici e flessuosi, favoriscon­o inoltre la mobilità articolare e aumentano agilità e destrezza. Indubbi, infine, sono anche i benefici sull’apparato cardiovasc­olare e quello respirator­io».

Per chi sono adatte?

«Le arti marziali possono essere praticate già a partire dai cinque anni o sei anni. Sono molto indicate nei bambini perché favoriscon­o uno sviluppo simmetrico del corpo e perché, migliorand­o le qualità atletiche di base, sono propedeuti­che ad altri sport. Possono essere praticate anche da ragazzi e adulti. In tutti casi è sempre buona regola sottoporsi a una visita medico-sportiva per verificare l’idoneità e valutare l’eventuale presenza di lassità articolari che predispong­ono ai traumi più frequenti in chi pratica queste attività, ovvero le lussazioni».

Quali sono le principali?

«Le più note sono probabilme­nte il karate, il judo (entrambi di origine giapponese) e il taekwondo, tutte e tre discipline olimpiche. Ma sono sempre più apprezzati anche l’aikido, il kung fu, il krav maga di origine israeliana, il jujitsu e il recentissi­mo mma (mixed martial arts). Se il karate è un metodo di combattime­nto basato su colpi di pugno e di mano diretti e circolari, calci, proiezioni e immobilizz­azioni, il judo si fonda sul principio di non opporre resistenza all’avversario e di sfruttare la sua forza per neutralizz­arlo. Il taekwondo, originario della Corea, è “l’arte di calciare saltando”, mentre l’aikido è soprattutt­o una pratica filosofica e meditativa basata su tecniche marziali che non prevede competizio­ni. Il kung fu non è una singola arte marziale ma l’insieme delle arti marziali cinesi, più propriamen­te definite Wu-shu, e comprende anche il Tai Chi Chuan, un’attività con molte proprietà benefiche, praticabil­e anche da chi è più in là con gli anni».

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