Arti marziali?
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«Ognuna ha proprietà e caratteristiche proprie, ma tutte offrono indubbi vantaggi sia sul versante fisico sia su quello psicologico — spiega Gianfranco Beltrami, specialista in Medicina dello sport e vicepresidente nazionale della Federazione medico sportiva italiana —. Originarie di Giappone, Cina o di altre regioni asiatiche, le diverse arti marziali orientali aiutano ad affrontare non solo i nemici esterni, ma anche, e soprattutto, il proprio “io”. Autocontrollo, capacità di rimanere calmi in situazioni di pericolo, rispetto del prossimo, capacità di domare l’aggressività, presa di coscienza delle proprie capacità e dei propri limiti, sono alcuni dei benefici psicologici che si possono ottenere praticandole, oltre all’azione anti-stress e ansiolitica. A livello fisico, invece, aumentano la resistenza e contribuiscono a fortificare il corpo, tonificando la maggior parte dei gruppi muscolari grazie ad allenamenti intensi e a un’ampia varietà di movimenti, come balzi, capriole, prese, che spesso prendono spunto dall’osservazione dei comportamenti di attacco e difesa degli animali. Queste discipline, caratterizzate da movimenti armonici e flessuosi, favoriscono inoltre la mobilità articolare e aumentano agilità e destrezza. Indubbi, infine, sono anche i benefici sull’apparato cardiovascolare e quello respiratorio».
Per chi sono adatte?
«Le arti marziali possono essere praticate già a partire dai cinque anni o sei anni. Sono molto indicate nei bambini perché favoriscono uno sviluppo simmetrico del corpo e perché, migliorando le qualità atletiche di base, sono propedeutiche ad altri sport. Possono essere praticate anche da ragazzi e adulti. In tutti casi è sempre buona regola sottoporsi a una visita medico-sportiva per verificare l’idoneità e valutare l’eventuale presenza di lassità articolari che predispongono ai traumi più frequenti in chi pratica queste attività, ovvero le lussazioni».
Quali sono le principali?
«Le più note sono probabilmente il karate, il judo (entrambi di origine giapponese) e il taekwondo, tutte e tre discipline olimpiche. Ma sono sempre più apprezzati anche l’aikido, il kung fu, il krav maga di origine israeliana, il jujitsu e il recentissimo mma (mixed martial arts). Se il karate è un metodo di combattimento basato su colpi di pugno e di mano diretti e circolari, calci, proiezioni e immobilizzazioni, il judo si fonda sul principio di non opporre resistenza all’avversario e di sfruttare la sua forza per neutralizzarlo. Il taekwondo, originario della Corea, è “l’arte di calciare saltando”, mentre l’aikido è soprattutto una pratica filosofica e meditativa basata su tecniche marziali che non prevede competizioni. Il kung fu non è una singola arte marziale ma l’insieme delle arti marziali cinesi, più propriamente definite Wu-shu, e comprende anche il Tai Chi Chuan, un’attività con molte proprietà benefiche, praticabile anche da chi è più in là con gli anni».