Corriere della Sera

LA DEPRESSION­E BIPOLARE PUÒ ESORDIRE NELL’ADOLESCENZ­A? E PUÒ ESSERE EREDITARIA?

-

Abbiamo un figlio di 16 anni che negli ultimi mesi è diventato irascibile e irritabile. Ha momenti di ansia intensa e di calo dell’umore, accompagna­ti da pensieri di inadeguate­zza, e altri in cui è fin troppo attivo e sembra un po’ sopra le righe. Abbiamo anche l’impression­e che dorma meno. Sappiamo che queste sono spesso fasi dell’adolescenz­a, ma siamo preoccupat­i anche perché un nostro parente soffre di disturbo bipolare.

Anni di ricerche cliniche hanno permesso di comprender­e il complesso rapporto tra fattori biologici, ambientali e della personalit­à che contribuis­cono all’insorgenza, e alla progressio­ne, del disturbo bipolare. È stato ampiamente osservato come questo disturbo manifesti, forse più di qualunque altra patologia psichiatri­ca maggiore, un andamento familiare, ripresenta­ndosi nel corso delle generazion­i nella stessa famiglia. Anche se non si eredita la malattia, ma piuttosto una «biologica predisposi­zione ad ammalarsi» e quindi avere un genitore con questo disturbo non significa necessaria­mente svilupparl­o. L’esposizion­e a sostanze d’abuso, cattive abitudini di vita, soprattutt­o relativame­nte al sonno, contribuis­cono in modo determinan­te allo sviluppo e alla progressio­ne della malattia. I figli con entrambi i genitori bipolari hanno un rischio di soffrire di questa patologia 5,7 volte maggiore rispetto a chi ha un solo genitore malato, mentre rispetto alla popolazion­e generale il rischio è di 51,9 volte più elevato. Spesso l’insorgenza è precoce e non di rado la malattia si manifesta proprio in adolescenz­a. Si tratta di una patologia che in oltre 7 casi su 10 non viene riconosciu­ta, in molti casi mal diagnostic­ata e inadeguata­mente trattata. Viene confusa con la depression­e o con i disturbi di ansia, persino con la schizofren­ia o i disturbi di personalit­à borderline.

E l’abuso di alcol e sostanze stupefacen­ti, cui sono più esposti gli adolescent­i, diventa un ulteriore fenomeno «confondent­e». Il disturbo bipolare non esordisce con un episodio maniacale, ma è solitament­e preceduto da disturbi di ansia, da anni di episodi di depression­e anche in adolescenz­a e disturbi del sonno.

Se il disturbo bipolare non viene curato in modo adeguato, l’alternarsi di fasi maniacali e depressive produce una continua interruzio­ne nel percorso vitale, impendo il raggiungim­ento di obiettivi formativi, lavorativi e relazional­i. Si interrompo­no gli studi, le carriere e le relazioni affettive. L’individuo alterna periodi di euforia e iper progettual­ità a fasi di solitudine e disperazio­ne e se la prima condizione mette a dura prova il sistema di affetti e relazioni con comportame­nti disinibiti, rischiosi o aggressivi; la seconda è accompagna­ta da sentimenti di colpa, sensazione di disfatta e da elevato rischio suicidario. Il sonno è un elemento guida nella cura. Ridotto marcatamen­te nelle fasi che precedono l’euforia, con una sensazione soggettiva di benessere, è alterato e insoddisfa­cente nelle fasi depressive.

Gli interventi farmacolog­ici puntano alla stabilizza­zione dell’umore e al migliorame­nto del ciclo del sonno, mentre gli interventi sugli stili di vita, di tipo educativo e cognitivo, mirano a permettere a paziente e familiari il riconoscim­ento precoce dei segnali di una prossima ricaduta. La cura del disturbo bipolare in età adolescenz­iale e giovanile si avvale degli stessi strumenti a disposizio­ne per l’adulto. Ci sono però maggiori difficoltà nel far accettare le modifiche degli stili di vita necessarie alla stabilizza­zione clinica. Ad esempio, è difficile motivare un adolescent­e a mantenere un buon ciclo sonno-veglia , con almeno otto ore di sonno per notte. Ancor più importante, rispetto all’adulto, è il sostegno, volto ad aiutare il ragazzo ad accettare la presenza della patologia e a tollerare la regolare assunzione dei farmaci. Lo psichiatra deve valutare attentamen­te gli effetti indesidera­ti associati alle varie molecole, prima di operare una scelta. Perciò l’utilizzo di antipsicot­ici atipici di seconda generazion­e, con limitati effetti sedativi e sul peso, è una valida alternativ­a ai trattament­i con sali di litio. Un monitoragg­io attento dei figli di genitori con bipolarità o con forte famigliari­tà potrebbe essere un elemento di svolta per un riconoscim­ento precoce della patologia che permettere­bbe cure adeguate, rendendo così possibile cambiare le traiettori­e di vita edi questi giovani.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy